martedì 23 marzo 2021

Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione.

Cosa significa "cristificarsi"? 

Non certo, io credo, semplicemente dare una "patina" di Vangelo alle nostre vite, citare di tanto in tanto una beatitudine, un generico "essere buoni, tolleranti, comprensici". No, "cristificatevi".

Io credo che intendesse dire che dobbiamo fare proprie, nostre, dobbiamo incarnare, le parole su Gesù che dice Paolo in Filippesi 2:5-8.

Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

"Cristificarsi" significa esattamente quello che sembra. Siate come Cristo. Pur con il vostro peccato, le vostre miserie, le vostre piccolezze,  la vostra povera, a volte miserevole fede,  siate come Lui, accettate la sofferenza, il dolore, la malattia, l'incomprensione, se vi è chiesto, e prima o poi a tutti sarà chiesto, anche la morte, aggrappandosi con tutte le vostre forze a quella Croce. Non temete! Non sono poche le vostre forze, anche quando vi sembrano tali.

Ricordiamoci cosa dice Gesù nel Vangelo. Basta una fede grande quanto un granello di senape, e si può spostare un monte. Noi abbiamo la fede di Cristo, cosa non potremo smuovere? Cosa non potremmo smuovere se solo vedessimo davvero!

Cristifichiamoci. Non c'è un altro modo. Una è e sono (il mistero luminoso della Trinità!) la Via, la Verità,  la Vita.

Cristifichiamoci. Amen.





domenica 7 marzo 2021

Ma Egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. #OraEtLabora #Maranathà

Ma egli disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria. Anzi, vi dico in verità che ai giorni di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e vi fu grande carestia in tutto il paese, c’erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di esse fu mandato Elia, bensì a una vedova in Sarepta di Sidone. Al tempo del profeta Eliseo c’erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu purificato, bensì Naaman, il Siro». Udendo queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni d’ira. Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Vangelo secondo Luca 4:24-30


Noi che abbiamo la grazia di essere battezzati, di appartenere forse ad una famiglia cristiana, ad una comunità cristiana, noi che viviamo in un paese ancora sensibile al Vangelo, abbiamo abbastanza umiltà e fede per accogliere Gesù? Non rischiamo di essere un po’ come i farisei, come quei giusti che ritengono di non avere bisogno di alcuna conversione?

Molto spesso, è la nostra pretesa sufficienza che impedisce a Dio di concederci la sua grazia. Non ci rendiamo abbastanza conto che abbiamo bisogno di essere sempre purificati da Gesù. Non permettiamo abbastanza allo Spirito Santo di “convincerci quanto al peccato”. 

Solo lo Spirito Santo, dandosi a noi, può darci una giusta coscienza del nostro peccato, non per opprimerci, ma, al contrario, per aiutarci a ricevere il perdono di Gesù, la guarigione e la salvezza!



giovedì 21 gennaio 2021

Unità dei cristiani? Basata su cosa? #OraEtLabora #Maranathà

Di seguito metto per la vostra lettura il testo della lettera firmata dalla chiesa cattolica, ortodossa e da alcune chiese evangeliche, le cosiddette chiese evangeliche "storiche" (che sta per moderniste a mio modo di vedere, oggi si potrebbe dire anche "bergogliane" vista la completa sintonia con molte delle tematiche preferite dall'attuale pontefice) per il rito, ormai da anni stanco ed uguale a se stesso, della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Unità che, noterete dai contenuti della lettera, si fa solo prima di tutto nel lavoro sociale, poi in una preghiera comune, la più generica possibile,per carità, per non urtare le diverse sensibilità dottrinali di questo e quello.

Ma la preghiera sacerdotale di Gesù non diceva che l'unità aveva senso solo se in Lui? Allora i contenuti della fede, la tanto vituperata "dottrina", la teologia, dovrebbero avere un peso. Le chiese che firmano la lettera non sono neppure d'accordo al loro interno (mi riferisco a quelle evangeliche) sul valore del rispettivo battesimo amministrato in modo diverso al loro interno. Gli evangelici aborriscono e considerano idolatria le immagini cattoliche ed ortodosse, per non parlare dei differenti modi di concepire il sacerdozio ed il ministero, sia universale che particolare. 

Unità ricercata, come ormai abituale, "al massimo ribasso". Bei tempi quando i Padri della Chiesa ed i Rabbini disputavano tra di loro "gettandosi addosso la Scrittura", ovvero confrontandosi sui fondamenti della fede. Troppo impegnativo oggi? Forse si, considerando la vuotezza e la pochezza teologica di tanti ministri e tanti vescovi. 

Più facile scrivere testi come quello che segue. Pieni di parole umane di pietà e buon senso e poveri di Parola di Dio. Ci si rifugia in una generica carità fatta di opere dimenticando che la Carità ha senso se nella Verità della fede e non fuori di essa. 

Non c'è bisogno della fede in Cristo per essere buoni. Ma c'è bisogno del Cristo perchè la bontà sia vera, capace della Croce!  


Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

18/25 gennaio 2021

“Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune”

Care sorelle e cari fratelli,

mai come in questo tempo abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri, insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù, soprattutto dopo aver celebrato il Natale. La sua luce, infatti, è venuta ad illuminare la vita delle nostre comunità e del mondo intero: è luce di speranza, di pace, luce che indica un nuovo inizio. Sì, non possiamo solo aspettare che dopo questa pandemia “tutto torni come prima”, come abitualmente si dice. Noi, invece, sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza. Il male che assume queste forme vorrebbe toglierci la fede e la speranza che tutto può essere rinnovato dalla presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità.

In questi mesi di dolore e di grande bisogno abbiamo visto moltiplicarsi la solidarietà. Molti si sono uniti alle nostre comunità per dare una mano, per farsi vicino a chi aveva bisogno di cibo, di amicizia, di nuovi gesti di vicinanza, pur nel rispetto delle giuste regole di distanziamento. Sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore per questa solidarietà moltiplicata, ma vogliamo dire anche grazie a tanti, perché davvero scopriamo quanto sia vero che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (cfr. Atti 20,35). La gratuità del dono ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti. Così, non ci siamo lasciati vincere dalla paura, ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. 

Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù.

Desideriamo, infine, intensificare la preghiera gli uni per gli altri, per i malati, per coloro che li curano, per gli anziani soli o in istituto, per i profughi, per tutti coloro che soffrono in questo tempo. Come abbiamo scritto nella presentazione del sussidio per la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, oggi la nostra preghiera sale intensa, perché il Signore guarisca l’umanità dalla forza del male e della pandemia, dall’ingiustizia e dalla violenza, e ci doni l’unità tra noi. Ci uniamo con la nostra preghiera anche nella memoria del Metropolita Zervos Gennadios, che per diversi anni ha condiviso con noi il cammino verso la piena unità e ci ha lasciato il 16 ottobre dello scorso anno. La preghiera stessa infatti diventi a sua volta fonte di unità. Ignazio di Antiochia ricorda ai cristiani di Efeso nei suoi scritti: “Quando infatti vi riunite crollano le forze di Satana e i suoi flagelli si dissolvono nella concordia che vi insegna la fede”. Rimanere in Gesù vuol dire rimanere nel suo amore. Quell’amore che ci spinge ad incontrare senza timore gli altri, specialmente i più deboli, i periferici, i poveri ed i sofferenti, come Gesù stesso ci ha insegnato, percorrendo senza sosta le strade del suo tempo.

Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune, che vedrà riunite le nostre comunità soprattutto in questa settimana.

Un fraterno saluto a tutti nell’amicizia e nella stima che ci uniscono.

Roma, 14 gennaio 2021





La dannosità del cristianesimo sociale #OraEtLabora #Maranathà

Condivido completamente il contenuto di questo testo e lo suggerisco alla vostra lettura e meditazione.


Desideriamo essere salvati, ma non dai nostri peccati. Molte anime temono che Nostro Signore voglia fare precisamente ciò che è implicito nel suo nome "Gesù", ossia "Colui che ci salva dai nostri peccati". Desideriamo essere salvati dalla povertà, dalla guerra, dall'ignoranza, dalle malattie, dall'incertezza economica: salvezze, queste, che non investono le nostre passioni e concupiscenze individuali.

Ecco una delle ragioni della grande popolarità del cristianesimo "sociale", ecco perché molti affermano che il cristianesimo non dovrebbe fare altro che contribuire al ripulimento dei bassifondi o allo sviluppo delle relazioni internazionali. Questa specie di religione è, in verità, assai comoda, perché lascia tranquilla la coscienza individuale. La prima tentazione di Satana nel deserto fu di cercare d'indurre Gesù Nostro Signore a rinunciare alla redenzione e salvezza delle anime per dedicarsi alla salvazione sociale trasformando le pietre in pani, in base al falso assunto che agli stomaci affamati e non già ai cuori corrotti si doveva l'umana infelicità.

Alcuni uomini, perché avvertono un maggior bisogno di religione, sono disposti ad associarsi ad una setta cristiana sempre che questa si dedichi alla "elevazione sociale" o alla eliminazione del dolore, senza investire la necessità individuale di espiare i peccati.

A tavola, generalmente, gli uomini non si oppongono a parlare di religione, purché la religione non abbia niente a che vedere con la redenzione dal peccato e dalla colpa. Così molte anime impaurite rimangono tremanti sulla soglia della Beatitudine e non osano entrare "per paura che avendo Lui non abbiano null'altro che Lui".

(Fulton J. Sheen)



lunedì 21 dicembre 2020

Magnificat!

 Dal «Commento su san Luca» di san Beda il Venerabile, sacerdote

(1, 46-55; CCL 120, 37-39)

Magnificat


    «E Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46). Dice: il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione temporale.

    «Perché ha fatto in me cose grandi l'Onnipotente, e santo è il suo nome» (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all'inizio del cantico dove è detto: «L'anima mia magnifica il Signore». Davvero solo quell'anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificare il nome, «sarà considerato il minimo nel regno dei cieli» (Mt 5, 19).

    Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al di là di tutto quello che ha fatto.

    «Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia» (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fu accolto per essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e io l'ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta: «Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene» (Sal 53, 6) e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).

    «Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Si intende la discendenza spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione sia nell'incirconcisione. Anche lui credette quando non era circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai figli della promessa, ai quali è detto: «Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29).

    È da rilevare poi che le madri, quella del Signore e quella di Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è bene perché come il peccato ebbe inizio da una donna, così da donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte per l'inganno di una donna, così da due donne, che a gara profetizzano, gli sia restituita la vita.



mercoledì 9 dicembre 2020

Dieci misteri gloriosi!

Pregate incessantemente! E nutrite la preghiera di Parola di Dio, della sua contemplazione. Così oggi preghiera con il rosario per il combattimento spirituale, con dieci misteri gloriosi, che la strada che avevo da fare a piedi era lunga, ed ho dovuta farla anche a ritroso perchè...hanno rimandato il mio appuntamento al pomeriggio!

Primo mistero glorioso: Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo

Secondo mistero glorioso: Discesa agli Inferi di NSGC

Terzo mistero glorioso: Apparizioni di NSGC

Quarto mistero glorioso: Ascensione al cielo di NSGC

Quinto mistero glorioso: Pentecoste, il dono dello Spirito da parte di NSGC

Sesto mistero glorioso: La nascita della Chiesa di NSGC

Settimo mistero glorioso: Il martirio di Stefano, a immagine di NSGC

Ottavo mistero glorioso: La conversione di Paolo, apostolo delle genti per volere di NSGC

Nono mistero glorioso: I viaggi missionari di Paolo, apostolo delle genti per volere di NSGC

Decimo mistero glorioso: Maria Assunta e Regina del cielo, per volere di NSGC




martedì 8 dicembre 2020

Impariamo a dire "si" al Signore!

'Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo partì da lei.'

Vangelo secondo Luca 1:38




Che cosa c'è dall'Altro Lato del Tuo “Sì”?

Maria lo fa sembrare così facile. L'angelo Gabriele le dice che darà alla luce il Figlio di Dio, e lei risponde con l'immediata resa al suo ruolo nel piano di Dio. Cosa stava pensando Maria? Non aveva alcuna garanzia di un esito confortevole. Una vergine fidanzata e promessa sposa, probabilmente sapeva quanto sarebbe stato difficile dare alla luce e crescere Gesù. L'unica certezza che Maria ha ricevuto è stata la Parola di Dio, ed è stato sufficiente per lei dire “sì.”

In 1 Pietro 1, l'apostolo Pietro dice che attraverso le prove che affrontiamo, la genuinità della nostra fede è rivelata. Dio chiede spesso la nostra fiducia attraverso circostanze difficili, scomode e apparentemente impossibili. Ma quante volte rispondiamo come Maria? Può essere facile lasciare che il nostro interrogarsi su Dio interferisca con ciò che Lui desidera fare in noi e attraverso di noi. Potremmo voler essere raffinati, ma siamo disposti a dire “sì” a Dio e ad attraversare il fuoco?

Maria non riusciva a capire tutto ciò che c'era dall'altra parte della sua risposta a Dio, ma si fidava di Lui. Di conseguenza, Dio ha portato Gesù al mondo attraverso Maria, offrendoci il perdono per i nostri peccati e riparando la frattura nella nostra relazione con Dio.

Durante questo periodo di Natale, rifletti sulla risposta di Maria al piano di Dio per la nascita di Gesù. Quale compito impegnativo ha posto Dio nel tuo cuore? Sia che si tratti di rompere una relazione o di uscire con fede per camminare nello scopo che Egli ti ha dato, sii fiducioso/a sapendo che dall'altra parte del tuo “sì” a Dio cè un risultato più grande di quanto tu possa immaginare.


Preghiera: Padre, confido che la Tua volontà è perfetta. Prego che Tu possa porre i Tuoi desideri nel mio cuore, allineando i miei sogni con i Tuoi. Grazie per l'esempio che Tu mi hai dato in Maria. Per favore dammi la saggezza, il coraggio e la fede di cui ho bisogno per dire “sì” al Tuo piano per la mia vita.

Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione. Cosa significa "cristificarsi"?  Non certo, io credo, semplicemente ...