domenica 11 agosto 2019

Essere liberati dagli affanni

Essere liberati dagli affanni. A chi non piacerebbe. Ma le chiese si sono lasciate talmente corrompere dai pensieri di questo mondo, e di chi lo comanda, da perdere di vista il fatto che per essere liberati dagli affanni di questo mondo, noi siamo chiamati a conformarci a Cristo.

Cristo ha vinto la morte, ha preso su di sè il nostro peccato, perchè fossimo salvati dalla morte eterna, dall'eterna dannazione. Ma questo non significa che da quel momento siamo esenti dal nostro peccato personale, siamo esenti dal dover portare la croce, siamo esenti dal martirio.

La chiesa di Cristo non è chiamata, come tanti, troppi oggi sembrano pensare, a costruire la società perfetta, ma a costruire una società di credenti in Cristo che non hanno paura di testimoniarlo, costi quel che costi, di fronte alle persecuzioni del mondo.

Una chiesa che sia onorata e portata ad esempio dal mondo e dai suoi potenti è una chiesa di cui diffidare, da lasciare lontana dalla nostra vita. Una chiesa stimata dal mondo non testimonia Cristo.

Dal «Trattato sull'incarnazione del Signore» di Teodoreto, vescovo di Ciro
(Nn. 26-27; PG 75, 1466-1467)
Li libererò dai loro affanni

Gesù corre spontaneamente incontro a quelle sofferenze che erano state predette a suo riguardo; egli le aveva spesso preannunziate ai suoi discepoli, anzi aveva anche rimproverato Pietro che non ne accoglieva volentieri l'annunzio, e dimostrato che la salvezza del mondo si doveva realizzare per mezzo di esse. Per questo offrì se stesso a coloro che venivano a prenderlo: Sono io colui che cercate (cfr. Gv 18, 5).
Egli, accusato, non rispose e, potendo nascondersi, non volle farlo, benché più volte, in altre circostanze, si fosse allontanato quando gli tendevano agguati. Inoltre pianse su Gerusalemme, che con la sua incredulità gli procurava la morte, e condannò alla totale distruzione il tempio, pur così celebre. Sopportò di essere percosso sul capo da un uomo doppiamente servile. Fu schiaffeggiato, sputacchiato, vituperato, torturato, flagellato, ed infine messo in croce. Accettò come compagni di supplizio dei ladroni dall'uno e dall'altro lato, e fu considerato alla pari degli omicidi e degli scellerati. Ricevette l'aceto e il fiele da una vite maligna, e venne coronato di spine invece che di tralci di vite e di grappoli d'uva. Rivestito con un drappo di porpora, divenne re da burla, e fu percosso con una canna. Il suo costato fu perforato dalla lancia. Infine fu messo nel sepolcro.
Tutto questo volle patire per la nostra salvezza.


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