martedì 30 giugno 2020

Sul Rosario, preghiera biblica #OraEtLabora #Maranathà

Visto il mio essere, oltre che un prete cattolico, comunque un fratello, conoscitore e frequentatore, ma soprattutto fratello e compagno nell'amore per la Sacra Scrittura, di tanti cristiani del mondo riformato, evangelico, in particolare pentecostale, il mio amore per la preghiera del Rosario suscita sovente interrogativi.

Alla fine però gli interrogativi si riducono ad uno, in sostanza, che è quello relativo alla biblicità di questa antichissima forma di preghiera.

Per quanto mi riguarda non è in dubbio, ma mi piace entrare un attimo nel dettaglio.

Per chi non lo sa, si compone solitamente in questo modo. La recita della Professione di Fede (simbolo apostolico o simbolo niceno-costantinopolitano), l'enunciazione del mistero introdotto dalla lettura di un brano della Scrittura, generalmente dei Vangeli, la preghiera del Padre Nostro, la ripetuta (10 volte) preghiera dell'Ave Maria, la preghiera alla Trinità. Questo per 5 volte.

L'essenziale del Rosario è questo. Tutto ciò che precede o segue fa parte delle diversi tradizioni ecclesiastiche, differisce secondo personali "devozioni", e può esserci come non esserci. 

Le obiezioni alla biblicità della preghiera del Rosario sono principalmente due. La seconda parte della preghiera dell'Ave Maria, considerata tradizionale cattolica e non biblica, e gli ultimi due misteri gloriosi (Assunzione di Maria e Maria Regina del Cielo), anche questi considerati un proprio della chiesa cattolica (e con le opportune distinzioni della chiesa ortodossa) e non biblici. 

Chiarisco prima di tutto che personalmente prego il Rosario come ho imparato a fare da mia madre e da mia zia, ovvero nella forma tradizionalmente usata nella chiesa cattolica. 

La seconda parte dell'Ave Maria, tradizionale, non mi fa problemi nella sua formulazione. Maria è parte integrante della Chiesa celeste ed invocarne l'intercessione la trovo cosa buona e giusta. Giacchè la salvezza non me la attendo da lei, ma dal Figlio, che so, credo, che è solo nel Nome di Gesù che sono salvato. Come disse Maria stessa: "Fate tutto quello che Egli vi dirà". 

Quarto e quinto mistero glorioso li prego e li leggo, nella fede, allo stesso modo. Maria era al Cenacolo, Maria era alla Pentecoste, a Maria Gesù disse: Ecco il tuo figlio, intendendo, nel discepolo, ogni discepolo, me compreso. 

Una volta però, parlando con un fratello evangelico di tutto questo, visto che lui era molto attirato da questa forma di preghiera, così viva in me, come altrettanto viva era ed è la preghiera più propriamente biblica, quella del Salterio, non limitato nel mio caso alla proposta del Breviario, della Liturgia delle Ore cattolica, ma estesa a tutto il libro dei Salmi, senza esclusioni o censure, dissi a questo fratello che se si sentiva a disagio con quanto sopra, non era difficile modificarlo in modo da far diventare il tutto ancora più "biblico", diciamo per capirci.

La prima parte dell'Ave Maria riporta il dialogo, biblico, evangelico, tra Maria, l'angelo,la cugina Elisabetta. "Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù". 
La seconda parte, gli suggerii, poteva farla diventare la risposta di Maria (e nella preghiera la sua personale): "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la Tua Parola".

I cinque misteri gloriosi gli proposi di modificarli così:
Primo: Resurrezione del Signore
Secondo: Discesa agli Inferi
Terzo: Apparizioni del Risorto
Quarto: Ascensione del Signore
Quinto: Pentecoste.

So per certo che questo fratello ha trovato il consiglio utile, e che ogni tanto prega il Rosario nella forma "zacchiana"! Scherzi a parte, magari il consiglio potrebbe tornare utile a qualcuno...

Buona giornata nel Signore e buona preghiera.







Venga il Tuo regno #OraEtLabora #Maranathà

Dal libro «Il cammino di perfezione»
di santa Teresa d'Avila, vergine
(Cap. 30, 1-5; OEuvres complètes,
Desclée de Brouwer, Paris, 1964, 467-468)
Venga il tuo regno

Chi è colui che, per quanto sia insensato, dovendo chiedere un favore ad una persona importante, non pensa prima in che modo chiederlo, per non importunarla e procurarle molestia? Non deve forse sapere ciò che chiede e conoscere la necessità che ne ha, specialmente se domanda una cosa importante, come sono quelle che il nostro buon Gesù ci insegna a chiedere? Ecco una cosa che mi sembra doveroso far notare. Non potevi, Signor mio, racchiudere tutto in una parola e dire: «Dacci, o Padre, tutto quanto ci è necessario»? Per chi conosce tutto così bene, non sembra che occorra altro.

O Sapienza eterna! Per te e per tuo Padre questo sarebbe stato sufficiente; infatti così hai pregato nell'orto del Getsemani: hai manifestato la tua volontà e il tuo timore, ma poi ti sei rimesso alla sua volontà. Ma poiché tu conosci, Signor mio, che noi non siamo sottomessi come te alla volontà del Padre tuo, era necessario che definissi bene le domande, perché potessimo vedere se ci conviene ciò che domandiamo, e astenerci dal chiedere qualora non ci sembrasse conveniente. Perché noi siamo così fatti, che, se non ci viene dato ciò che desideriamo, con il nostro libero arbitrio rifiutiamo ciò che il Signore ci dà, si trattasse anche delle cose migliori. Infatti non vediamo di essere ricchi se non quando teniamo il denaro fra le mani.

Il buon Gesù, dunque, ci insegna a dire queste parole, con le quali chiediamo che venga in noi il suo regno: «Sia santificato il tuo nome, venga in noi il tuo regno». Ammirate ora la grande sapienza del nostro Maestro. Considerate - perché è bene che lo comprendiamo - che cosa chiediamo con questo regno. Il buon Gesù fece queste domande una dopo l'altra, vedendo che per la nostra miseria non avremmo potuto santificare, lodare, esaltare e glorificare il nome santo dell'Eterno Padre, se prima non avesse esteso in noi il suo regno. Perciò, perché intendiate quello che chiedete e siate perseveranti nel domandare e procuriate, per quanto è possibile, di accontentare colui che vi può esaudire, tenete presente quanto vi dico.

Certamente uno dei beni più grandi, tra gli altri, che si godono in cielo, è che lassù l'anima non farà più conto alcuno dei beni della terra, ma sarà immersa nella tranquillità e nella gloria, si rallegrerà della gioia di tutti: una pace inalterabile e una soddisfazione senza confini le verrà vedendo che tutti santificano e lodano il Signore, benedicono il suo nome e non l'offendono più. Tutti lo amano; e la stessa anima non si preoccuperà che di amarlo, e non potrà cessare di amarlo, perché lo conoscerà. Se potessimo già conoscerlo, lo ameremmo così fin d'ora, sebbene non con la perfezione e continuità del cielo, ma certamente lo ameremmo in modo ben diverso di come lo amiamo attualmente.


lunedì 29 giugno 2020

Gli empi vanno in giro dappertutto quando la bassezza regna sui figli degli uomini #OraEtLabora #Maranathà

Le parole del Signore son parole pure, sono argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte. 

Tu, Signore , li proteggerai, li preserverai da questa gente per sempre. 

Gli empi vanno in giro dappertutto quando la bassezza regna sui figli degli uomini.

Salmi 12(11):6-8


giovedì 25 giugno 2020

Venite saliamo al monte del Signore, perchè ci mostri le sue vie #OraEtLabora #Maranathà


IL SIGNORE MI CHIAMA A SALIRE SUL MONTE...
IL MONTE COME LUOGO DELLA SALITA ESTERIORE MA ANCHE DELL'ASCESA INTERIORE

Come già nel Discorso della montagna e nelle notti trascorse in preghiera da Gesù, incontriamo di nuovo il monte [della Trasfigurazione] come luogo della particolare vicinanza di Dio; di nuovo dobbiamo pensare ai vari monti della vita di Gesù come a un tutt'uno: il monte della tentazione, il monte della trasfigurazione, il monte dell'angoscia, il monte della croce e infine il monte dell'ascensione; si di esso il Signore - in contrasto con l'offerta del dominio sul mondo in virtù del potere del demonio - dichiara: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra" (Mt 28,18). 

Sullo sfondo si stagliano però anche il Sinai, l'Oreb, il Moria - i monti della rivelazione dell'Antico Testamento, che sono tutti al tempo stesso monti della passione e della rivelazione e, dal canto loro, rimandano anche al monte del tempio su cui la rivelazione diventa liturgia.

Nella ricerca di una interpretazione, senza dubbio si profila dapprima sullo sfondo il simbolismo generale del monte: il monte come luogo della salita - non solo della salita esteriore, ma anche dell'ascesa interiore; il monte come un liberarsi dal peso della vita quotidiana, come un respirare nell'aria pura della creazione; il monte che offre il panorama dell'ampiezza della creazione e della sua bellezza; il monte che mi dà elevatezza interiore e mi permette di intuire il Creatore...

La trasfigurazione è un avvenimento di preghiera; diventa visibile ciò che accade nel dialogo di Gesù con il Padre: l'intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce. Ciò che Egli è nel suo intimo e ciò che Pietro aveva cercato di dire nella sua confessione - si rende percepibile in questo momento anche ai sensi: l'essere di Gesù nella luce di Dio, il suo proprio essere luce come Figlio...

JOSEPH RATZINGER/BENEDETTO XVI
da "Gesù di Nazaret"



mercoledì 24 giugno 2020

Se Dio è vita, chi non vede Dio non vede la vita #OraEtLabora #Maranathà

«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8).

Dio qui è proposto alla contemplazione di coloro che hanno purificato il loro cuore. Ma «Dio nessuno l'ha mai visto» (Gv 1, 18), come afferma il grande Giovanni. Paolo con la sua sublime intelligenza conferma e aggiunge: «Nessuno fra gli uomini lo ha mai visto, né lo può vedere» (1 Tm 6, 16). 

Questa è quella roccia liscia, sdrucciolevole e ripida, che non offre in se stessa alcun appoggio o sostegno per i concetti della nostra intelligenza. Anche Mosè nelle sue affermazioni l'ha detta impraticabile in modo che la nostra mente non vi può mai accedere per quanto si sforzi di aggrapparsi a qualcosa e guadagnare la cima. C'è un detto che taglia a picco la nostra roccia: Non vi è nessuno che possa vedere Dio e vivere (cfr. Es 33, 20).

Comprendi ora la vertigine della nostra intelligenza incombente sulla profondità degli argomenti trattati in questo discorso?

Ma vedere Dio costituisce la vita eterna. Se Dio è vita, chi non vede Dio non vede la vita.

 A quali strettezze è mai ridotta la speranza degli uomini!

Il Signore però solleva e sostiene i cuori che vacillano, come ha agito con Pietro, che stava per annegare. Egli lo rimise nuovamente in piedi sull'acqua come su un pavimento solido e resistente.

Se trovandoci pencolanti sull'abisso di queste speculazioni si accosterà anche a noi la mano del Verbo, si poserà sull'intelligenza e ci farà vedere il vero significato delle cose, saremo allora liberi dal timore e seguiremo la sua via. Ma purché il nostro cuore sia puro. Dice, infatti: «Beati coloro che hanno un cuore puro, perché essi vedranno Dio».

Gregorio di Nissa, Omelia sulle Beatitudini



Giovedì XII Tempo Ordinario
Ufficio delle Letture
#OraEtLabora #Maranathà

lunedì 22 giugno 2020

Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci #OraEtLabora #Maranathà

Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e, rivolti contro di voi, non vi sbranino. 

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.

Vangelo secondo Matteo 7:6,13-14

Smettetela di svendere il Vangelo al mondo, smettete di annacquare le sue esigenze per i peccatori di questo mondo e dei nostri tempi. Finirà come in tutti i tempi, con l'apostasia, l'eresia, la condanna definitiva per quelli che per ignoranza o per comodità, o per convenienza personale, approfitteranno della conversione "in saldo". Non esiste conversione che non costi, e non costi tanto.
Non esistono vie larghe e spaziose, vie di comodo, vie confortevoli per arrivare alla salvezza ed alla vita eterna. Esiste solo una porta ed una via, anzi, una Porta ed una Via, e questa è Cristo, e questa è la Sua Croce. 

Si illude chi è adultero e pensa lo stesso di salvarsi, o chi è omosessuale, e pensa che la sua strada sia ugualmente gradita, perchè "ama", chi è omicida, ma pensa che la passerà franca ugualmente, chi è pedofilo... Credono di cavarsela perchè hanno tradito, peccato, ucciso, corrotto per il bene "di questo o di quello" (in realtà sempre e solo per il loro bene, concentrati come sono su loro stessi ed il proprio piacere). 

Essi sono chiamati a conversione, così come gli sposi uniti nel matrimonio. A convertire prima di tutto loro stessi e poi anche il loro sposo o la loro sposa. E, se questo non si vuole ravvedere, a portare la croce della loro sofferenze. Ricordate cosa dice Gesù del divorzio, e la reazione dei discepoli... ma è troppo duro, allora meglio non sposarsi... 

Le cose sante sono per i santi. E pochi sono quelli che trovano le perle e sono capaci di meritarsele, che le custodiscano a dovere. Il Vangelo è la cosa più santa di tutte. Guai a chi lo svende, lo ritaglia, lo annacqua, ne infiacchisce gli ideali; guai a chi propone strade disegnate dai peccatori di questo mondo come se fossero alternative ugualmente valide e praticabili. 

Si, si, No, no. Per chi dice si, c'è la vita eterna. Per chi dice no, c'è la Geenna dal fuoco inestinguibile. Amen.

Martedì XII Tempo Ordinario
Eucaristia Quotidiana
Vangelo del Giorno
#OraEtLabora #Maranathà




domenica 21 giugno 2020

Un ammonimento #OraEtLabora #Maranathà




Un ammonimento apre la nostra giornata. Non mi provocate con l'opera delle vostre mani. Ovvero non mettete l'opera delle nostre mani al posto della mia. Non crediate di essere nel mondo per farlo a vostra immagine e somiglianza. Dio ha creato il mondo, Dio ha salvato il mondo attraverso la Croce del Figlio, e quello che siamo chiamati a fare, ciascuno di noi, è prendere atto di questo, credere che Dio è il Solo Creatore e Signore del mondo, che Dio è il solo Redentore della vita dell'uomo, che Dio è il solo Spirito di verità e di novità che in esso soffia. 

L'opera, le opere delle chiese e dei singoli cristiani devono esserci, ma si limitano a testimoniare l'azione di Dio sulle chiese e sui singoli credenti. Non salvano! Non aggiungono nulla all'opera di Dio. Vale più una singola Eucaristia celebrata con fede su questa terra che tutte le opere buone di questo mondo. Perchè nell'Eucaristia è presente il Cristo che salva il mondo con il Suo Corpo ed il Suo Sangue. Mentre le nostre opere, per quanto ce la mettiamo tutte, sono comunque viziate dai nostri peccati, dalla nostra vanagloria, dal nostro farci "dio" di noi stessi, dal nostro farci giudici degli altri che non fanno le nostre stesse opere, dal nostro considerarci noi, i veri credenti, la vera chiesa; perchè sono sempre "gli altri" quelli che devono correggersi... 

Spendete, spendiamo, la nostra vita per gli altri, ma a lode e gloria di Dio Padre. O lo avremo fatto invano. "Quando avrete fatto tutto, dite, siamo servi senza pretese, abbiamo provato a compiere la tua volontà su questa terra". 

Sperate, speriamo solo in Dio. Nella Sua Croce, solo in quella, la salvezza. Amen. 

sabato 20 giugno 2020

Rinnegherò chi mi rinnegherà #OraEtLabora #Maranathà #NonPraevalebunt

Non li temete dunque; perché non c’è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba essere conosciuto. 

Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all’orecchio, predicatelo sui tetti. 

E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna. 

Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. 

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. 

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. 

Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.

Vangelo secondo Matteo 10:26-33

Rinnegherò chi mi rinnegherà. Parole terribili. Guai a chi, per compiacere il mondo, rinnega gli insegnamenti del Cristo e della Parola di Dio. Guai a chi approva ciò che il mondo raccomanda ed approva in questi tempi. Aborto, eutanasia, omosessualità ed ogni perversione sessuale, pedofilia, pornografia... L'elenco sarebbe lungo. 
Ma guai a chi sarà rinnegato dal Cristo. Perchè finchè siamo in questo mondo abbiamo la possibilità del pentimento, della conversione, di essere liberati dal male. Poi non avremo più tempo. 

Accresci la nostra fede, Signore Gesù! 

Domenica XII Tempo Ordinario
Vangelo dell'Eucaristia Quotidiana
#OraEtLabora #Maranathà #NonPraevalebunt


Delatori e diffamatori non prevarrano. Il Cristo è il Solo Re della storia #OraEtLabora #Maranathà #NonPraevalebunt

Poiché odo le diffamazioni di molti, lo spavento mi viene da ogni lato: «Denunciatelo, e noi lo accuseremo». Tutti quelli con i quali vivevo in pace spiano se io inciampo e dicono: «Forse si lascerà sviare; noi prevarremo contro di lui e ci vendicheremo di lui». 

Ma il Signore è con me, come un potente eroe; perciò i miei persecutori inciamperanno e non prevarranno. Saranno molto confusi, perché non riusciranno; la loro infamia sarà eterna, non sarà dimenticata. 

Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi le reni e il cuore, io vedrò, sì, la vendetta che farai su di loro, poiché a te io affido la mia causa! 

Cantate al Signore , lodate il Signore , perché egli libera il povero dalla mano dei malfattori!

Geremia 20:10-13

Domenica XII Tempo Ordinario
Prima Lettura Eucaristia Quotidiana
#OraEtLabora #Maranathà #NonPraevalebunt 

Viviamo tempi di traditori, delatori, spie, all'esterno come all'interno della comunità cristiana. Viviamo tempi in cui vorrebbero tenerci chiusi e silenziosi con la paura e la minaccia di leggi bavaglio, di violenza o altro. Ma non prevarranno! Cristo è il solo Signore della storia. Solo Cristo è Re. Solo nel Suo Nome c'è salvezza.

Le minacce degli uomini sono come stoppia, destinata a perire nelle fiamme della Geenna, sono come polvere, destinata ad essere spazzata via dal vento dello Spirito.




venerdì 19 giugno 2020

Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore #OraEtLabora #MaterMeaFiduciaMea

Dai «Sermoni» di san Lorenzo Giustiniani, vescovo
(Sermone 8, nella festa della Purificazione della B.V. Maria: Opera, 2, Venezia 1751, 38-39)

Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l'udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di quanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità andava sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà. L'opera del dono divino ha questo di caratteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria.

Beato il cuore della Vergine Maria che, avendo in sé lo Spirito e godendo del suo insegnamento, rimaneva docile alla volontà del Verbo di Dio! Maria non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l'osservanza della legge, la norma dell'unità e l'esigenza dell'offerta spirituale.

O anima fedele, imita la Vergine Maria. Entra nel tempio del tuo cuore per essere spiritualmente rinnovata ed ottenere il perdono dei tuoi peccati. Ricordati che Dio ricerca piuttosto l'intenzione, con la quale compiamo le nostre azioni, che l'opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che ci rivolgiamo con l'anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l'offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l'opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro.


giovedì 18 giugno 2020

I Sacri Cuori, non sono una devozione "esagerata" #OraEtLabora #Maranathà

La devozione, e la preghiera, ai Sacri Cuori, di Gesù e di Maria, sua Madre, non sono una devozione "esagerata"o non biblica, come sostengono alcuni miei fratelli di altre confessioni cristiane. C'è, in entrambi, un abbandonarsi completamente, una obbedienza piena, alla Parola di Dio, alla volontà del Padre. 

Basti pensare...

"Padre, se possibile si allontani da me questo calice, tuttavia non sia fatta la mia ma la Tua volontà".
"Eccomi, sono la serva del Signore. Si compia in me la Tua parola".

Sia fatta la Tua volontà. Dicono con sincerità e purezza di cuore sia il Cuore di Gesù, Figlio di Dio, Dio da Dio, sia il Cuore immacolato di Maria, preservata dal peccato per la sua missione nella chiesa e tra gli uomini: portare ogni uomo a Cristo, spingere ogni cuore umano a convertirsi al Cuore del Figlio. Spingere ogni peccatore al pentimenti, ad appoggiarsi sul petto del Figlio, a chiedere perdono al Figlio di ogni peccato. 

E' il Figlio che perdona i peccati, nel Nome di Dio Padre. Ma la Madre di Dio ha il santo compito, lei che portò il Figlio nel grembo, di prendere noi nel suo grembo e di condurci, di ricondurci a Lui.

Sia fatta la Tua volontà. Anche noi lo diciamo più e più volte nella preghiera quotidiana. Alle Lodi, ai Vespri, alla Messa, ad ogni posta di Rosario, in ogni devozione cristiana degna di questo nome c'è la preghiera che il Figlio ci ha insegnato, c'è la preghiera al Padre Nostro che è nei cieli. 

Sforziamoci di dirlo con lo stesso abbandono di Gesù e di Maria sua Madre. 

Amen.

Mater Mea, Fiducia Mea.


“Non devi mai separare ciò che Dio ha così perfettamente unito. Gesù e Maria sono così intimamente legati l’uno con l’altro che chi vede Gesù guarda Maria; chi ama Gesù, ama Maria; chi ha la devozione per Gesù, ha la devozione per Maria”. (San Giovanni Eudes)

Il nostro cuore si apra e si lasci trafiggere come il Suo! #OraEtLabora #Maranathà

E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e eterno, per Cristo nostro Signore.
Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco, effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza.

(dal Prefazio della Solennità del Sacro Cuore di Gesù)

Pregate con me, perché il mio cuore sia aperto, trafitto e disponibile come il Suo. E' una preghiera "alta" dirà qualcuno, ma se non osiamo nella preghiera, quando mai avremo la forza di osare per migliorare qualcosa in noi e nel mondo che ci circonda, dico io? 


lunedì 15 giugno 2020

Sia santificato il Tuo Nome #OraEtLabora

Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. E il nostro agire non sia in contrasto con lo spirito, perché, dal momento che abbiamo incominciato ad essere creature spirituali e celesti, non abbiamo a pensare e compiere se non cose spirituali e celesti, giacché lo stesso Signore dice: 

«Chi mi onorerà, anch'io lo onorerò; chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo» (1 Sam 2, 30).

Anche il beato Apostolo in una sua lettera ha scritto: 

«Non appartenete a voi stessi; infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (1 Cor 6, 20).

Dopo questo diciamo: 

«Sia santificato il tuo nome»

non perché auguriamo a Dio che sia santificato dalle nostre preghiere, ma perché chiediamo al Signore che in noi sia santificato il suo nome. D'altronde da chi può essere santificato Dio, quando è lui stesso che santifica? Egli disse: 

«Siate santi, perché anch'io sono santo» (Lv 11, 45). 

Perciò noi chiediamo e imploriamo che, santificati dal battesimo, perseveriamo in ciò che abbiamo incominciato ad essere. E questo lo chiediamo ogni giorno. Infatti abbiamo bisogno di una quotidiana santificazione. 

Siccome pecchiamo ogni giorno, dobbiamo purificarci dai nostri delitti con una ininterrotta santificazione.

Quale sia poi la santificazione che viene operata in noi dalla misericordia di Dio lo annunzia l'Apostolo dicendo: 

«Né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!» (1 Cor 6, 9-11). 

Ci dice santificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio. Noi preghiamo perché rimanga in noi questa santificazione. E poiché il Signore e giudice nostro impone a chi è stato da lui guarito o risuscitato di mai più peccare, perché non abbia ad accadergli qualcosa di peggio, chiediamogli giorno e notte di custodire in noi quella santità e quella vita, che viene dalla sua grazia.

(Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire)

Mercoledì XI Tempo Ordinario
Ufficio delle Letture
#OraEtLabora #Maranathà


lunedì 8 giugno 2020

Predichiamo l'antica Croce e conosceremo l'antica potenza #OraEtLabora

Un articolo magistrale del pastore Aiden Wilson Tozer (21 aprile 1897 - 12 Maggio, 1963).



6 Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. 7 Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
8 Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. 9 Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.
10 Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.

(Galati 2)

23 Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; 24 ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; 25 poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
(1Corinti 1)



LA NUOVA CROCE, DI A.W. TOZER

Senza preavviso, ed in modo inaspettato, una nuova croce si è introdotta in mezzo al popolo evangelico della nostra epoca. Pur somigliando alla croce antica, è differente: le somiglianze sono superficiali, le differenze fondamentali.

Da questa nuova croce è germogliata una nuova filosofia di vita cristiana, e da questa filosofia una nuova tecnica evangelistica: un nuovo stile di riunioni ed un nuovo genere di predicazione.
Questa nuova evangelizzazione utilizza lo stesso linguaggio antico, ma il suo contenuto non è lo stesso, e la potenza non è più la stessa del passato. La vecchia croce non aveva alcun rapporto con il mondo. Per la carne orgogliosa di Adamo, significava la morte. Essa metteva in atto la sentenza di morte imposta dalla legge del Sinai.

La nuova croce, dal canto suo, non è in opposizione al genere umano; al contrario, ne è alleata, e, se comprendo bene, alimenta un flusso di divertimento legittimo e buono e di innocente allegria. Essa lascia vivere Adamo senza impedimenti, con una motivazione immutata; egli può continuare a vivere per il suo piacere e, adesso, al posto di rallegrarsi cantando delle canzoni di carattere dubbio mentre beve alcolici, si rallegra cantando dei cantici e guardando dei film religiosi. L’accenta resta sempre sulla gioia …ma ad un livello su un piano più elevato.

La nuova croce incoraggia, nell’evangelizzazione, un approccio completamente nuovo e totalmente differente. L’evangelista non reclama più la rinuncia alla vecchia via perché la nuova vita possa insediarsi. Non predica affatto dei contrasti, ma delle similitudini. Cerca di essere al centro dell’interesse generale mostrando che il cristianesimo non ha delle esigenze scomode, ma che al contrario offre tutto quello che il mondo offre, ma ad un livello superiore.
Tutto ciò a cui il mondo, corrotto attraverso il peccato, aspira ai nostri giorni, è molto abilmente presentato come ciò che giustamente apporta l’evangelo, essendo però, beninteso, un prodotto religioso migliore.

La nuova croce non mette a morte il peccatore, lo orienta diversamente. Essa lo indirizza in un’altra direzione, in un modo di vita più sano e più felice, salvaguardandone l’autostima.
A colui che è autoritario essa dice: “Vieni ed afferma te stesso per Cristo!”; a colui che è orgoglioso, essa dice: “Vieni e glorifica te stesso nel Signore!”. A colui che è avido di emozioni, essa dice: “Vieni e saziati di comunione fraterna!”.

Il messaggio dell’Evangelo è deviato, piegato nella direzione della corrente in voga, per essere accettato dal pubblico.

La filosofia che sta a monte è senza dubbio sincera, ma la sua sincerità non le impedisce di essere falsa. È falsa perché è cieca. Passando completamente a fianco del significato fondamentale della croce. La vecchia croce è un simbolo di morte. Essa rappresenta la fine improvvisa e brutale della vita umana.
Al tempo dei romani, colui che caricava la propria croce e che si incamminava sul sentiero di morte aveva detto addio ai propri amici. Egli sapeva che non li avrebbe più visti. Egli andava via per sempre. La croce non precedeva alcun compromesso, non modificava niente, non migliorava niente e non risparmiava nessuno; essa immolava tutto dell’uomo, completamente e definitivamente. Essa non cercava di rimanere in buoni rapporti con la vittima. Essa colpiva duro e crudelmente, e quando aveva compiuto la sua opera, non restava niente dell’uomo, egli non esisteva più.
La razza di Adamo è sotto la sentenza di morte. Egli non può avere alcuna commutazione della pena, nessuna scappatoia.

Dio non può approvare alcuno dei frutti del peccato, per quanto innocenti o desiderabili possano apparire agli occhi degli uomini.

Dio deve mettere l’uomo sotto pressione e sopprimerlo totalmente prima di poterlo rialzare in novità di vita. Questa predicazione evangelistica che stabilisce dei paralleli concilianti tra le vie di Dio e quelle dell’uomo è traditrice nei confronti della Bibbia e crudele per le anime degli ascoltatori. La fede in Cristo non va in parallelo con il mondo, al contrario lo rifiuta.

Venendo a Cristo, non eleviamo la nostra vita naturale ad un livello superiore, ma l’abbandoniamo alla croce. Il chicco di grano deve cadere nella terra e morire.

Noi, che predichiamo il Vangelo, non dobbiamo considerarci come agenti di pubbliche relazioni inviati per stabilire dei buoni rapporti tra Cristo ed il mondo. Non dobbiamo immaginare di essere incaricati della missione di rendere Cristo accettabile all’economia mondiale, alla stampa, al mondo dello sport o all’insegnamento moderno. Non siamo dei diplomatici, ma dei profeti, ed il nostro messaggio non è un compromesso ma un ultimatum.

Dio offre la vita, ma non una vita migliorata. La vita che Egli offre è una via che rinasce dalla morte. Essa si tiene sempre a fianco della croce. Colui che la vuole ricevere deve passare sotto il giudizio e deve rinunciare a sé stesso ed approvare la giusta sentenza di condanna divina verso sé stesso. Cosa significa ciò per colui che si trova di fronte a Gesù? Come si può tradurre questa teologia nella vita pratica? Egli deve semplicemente pentirsi e credere; deve rinunciare ai suoi peccati ed incamminarsi nella via della rinuncia a sé stesso. Egli non deve nascondere niente, non scusare niente, non giustificare niente.

Non deve provare ad argomentare con Dio, ma deve sottomettersi di fronte al giusto giudizio di Dio, riconoscendosi degno di morte. Quindi, deve porre la sua fede sul Salvatore risorto, da cui proviene la vita, la nuova nascita, la purificazione e la potenza. La croce che ha messo fine alla vita terrena di Gesù metterà fine a quella del peccatore; e la potenza che ha fatto risorgere Gesù dai morti ricondurrà il peccatore ad una nuova vita con Cristo.

A coloro che vorranno obiettare a tutto ciò, o vedervi una concezione ristretta e personale della verità, io dirò che Dio ha messo il segno della Sua approvazione su questo messaggio, dai tempi dell’apostolo Paolo fino ai nostri giorni.

Che i termini siano esattamente gli stessi o no, questa fu, nel corso dei secoli, il contenuto della predicazione che ha comunicato la vita e la potenza nel mondo. È su questo aspetto che gli uomini di Dio del passato, i riformatori, i risvegliati hanno messo l’accento; ed i segni, i miracoli e le potenti operazioni dello Spirito Santo hanno testimoniato l’approvazione di Dio sul loro messaggio.

Oseremo noi, in quanto eredi di una tale potenza, di falsificare la verità? Oseremo noi, con la punta smussata delle nostre penne, correggere la traccia del piano dell’architetto, o alterare il modello rivelato per noi sul monte Calvario? Dio ci guardi!

Predichiamo l’antica croce e conosceremo l’antica potenza!

sabato 6 giugno 2020

Una immagine che dice tanto di me #OraEtLabora #Maranathà

La mia immagine di copertina. Una Croce piantata su una vetta dei Monti Sibillini. Ma potrebbe essere un altro monte. Dice tanto di me.



Dice che solo nel Signore mi sento libero. Dice che per quanto il peccato e la vita terrena mi spingano verso il basso, la mia anima sa che deve puntare verso l'alto, sa che deve puntare ad obbedire ai comandi di Dio piuttosto che a quelli degli uomini.

Sa che solo in quella Croce c'è salvezza. Sa che la strada è dura ed è in salita, che prevede inciampi, ferite, fatica, forse sete o fame, forse la richiesta di finirci appeso a quella stessa Croce. Sa che quella Croce però è la sola Via, la sola Verità, la sola Vita.

Il Vangelo è questo. Prendi ogni giorno quella Croce e portala. E quando sei arrivato in cima allora invariabilmente ti accorgi che devi riscendere. E riprendere quella stessa Croce.

Se ti sembrerà più pesante vorrà dire che non sei ancora cresciuto abbastanza nella fede. Lo sarai quando quella Croce ti sembrerà un giogo dolce, ed un carico leggero.

Fino ad allora, prega, soffri e cammini. Nutriti del Cristo e dell'amore che riesci a dare e ricevere nel Suo Nome. Ma soprattutto nutriti del Cristo, alla duplice mensa della Sua Parola e del Suo Corpo e Sangue.

La beatitudine vera del cristiano non è l'arrivare in vetta. Gesù stesso disse ai suoi apostoli, sul Tabor, che non era bene che facessero delle tende e si fermassero. La beatitudine è portare la Croce. Ed essere ritenuti degni (dal Cristo, non dagli altri uomini!) di farlo. Amen.

venerdì 5 giugno 2020

Padre veramente Santo, fonte di ogni santità #OraEtLabora #Maranathà

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me.
Prima lettera a Timoteo 1:12



Autore: Stephen Golder
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Predica, insisti, convinci, rimprovera, esorta! #OraEtLabora #Maranathà

Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo ministero.

Seconda lettera a Timoteo 4:1-5

Sabato IX Settimana Tempo Ordinario
Eucaristia Quotidiana, Prima Lettura
#OraEtLabora #Maranathà


martedì 2 giugno 2020

Il 2 giugno io festeggio il 3!

Non ve ne abbiate a male, io oggi non sento di avere proprio nulla da festeggiare. Pur essendo legato all'Italia ed alla bandiera, di questa repubblica sono visceralmente deluso e spero davvero poco nel futuro. E quel poco che spero lo spero per amore di mia figlia che ci deve ancora vivere a lungo, a Dio piacendo ovviamente, visto che la mia fede mi dice di non dare nulla per scontato.

Così, come scriveva ieri su La Verità Marcello Veneziani, preferisco festeggiare il 3 giugno, perché almeno ho l'illusione di potermi muovere più liberamente. Perché sia chiaro, con questa politica e questi governanti (buona parte della cosiddetta opposizione compresa), solo di illusione si tratta, di specchietto per le allodole. Non vedono l'ora di poter chiudere tutto di nuovo. E sarebbero felici di una "seconda ondata". Vuoi mettere? Così nemmeno a settembre si vota!

E non parliamo delle chiese per favore... Ho scritto come segue ad un mio amico prete: "Sai che c'è? Sono contento di esser prete, non ho mai avuto tanta coscienza di esserlo, non ho mai pregato tanto, mai celebrato con tanta coscienza, partecipazione e "vissuto" i sacramenti, ma allo stesso tempo non sono mai stato così contento di aver lasciato l'esercizio del ministero, prima tra quei pavidi attaccati al potere della chiesa cattolica ufficiale, poi tra quegli ipocriti di valdesi che si dicono riformati e lo sono, ma secondo il mondo e non secondo Dio".

E aggiungo che sono contento di avere una figlia come Sara, ed una moglie come Antonella. Loro mi amano così come sono, come mi ama Dio. Il mio vescovo (o meglio il vicario del mio vescovo di allora) ed il mio moderatore mi amavano solo se ero come loro mi dicevano di essere. Ben felici entrambi di essersi "liberati" di un piantagrane come me.

Perché dire che prima che agli uomini occorre obbedire a Dio, è garanzia di essere considerato un piantagrane. Il voto di obbedienza si emette verso Dio, ma gli uomini del Tempio (di qualsiasi fede) lo considerano emesso verso di loro.

[E' un post pubblicato oggi su Facebook, lo metto qui perchè rimanga visibile]



lunedì 1 giugno 2020

Un chiaro ammonimento #OraEtLabora #Maranathà

Considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. 

In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture. 

Voi dunque, carissimi, sapendo già queste cose, state in guardia per non essere trascinati dall’errore degli scellerati e scadere così dalla vostra fermezza; ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. {Amen.}

Seconda lettera di Pietro 3:15-18

La prima lettura della Santa Messa di oggi che ho appena celebrata. Più chiaro di così! Poi, in tempi come questi, in cui celebrano la vergogna e la chiamano "pride", ovvero celebrano con orgoglio la loro decisione di dannarsi da soli! 

Preghiamo per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle, questi per primi! Amen. Poi sarà fatta, come sempre la Sua volontà. Che è chiaramente espressa nelle Scritture, per chi non si rifiuta di leggerle, almeno, o per chi non si permette di scegliere quali pagine leggere e quali no. 



Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione. Cosa significa "cristificarsi"?  Non certo, io credo, semplicemente ...