giovedì 27 febbraio 2020

La preghiera è luce per l'anima

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 6 sulla preghiera; PG 64,462-466)

La preghiera è luce per l'anima

La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l’anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.
 

Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall’amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell’universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.

La preghiera è luce dell’anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile.

La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l’anima perché appaga le sue aspirazioni. Parlo, però, della preghiera autentica e non delle sole parole.
Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l’Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). 

Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l’anima; chi l’ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.

Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza.


domenica 16 febbraio 2020

Il segno. Ne serve un altro?

8:11 Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.

8:12 Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione".

8:13 E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.

(Dal Vangelo di Marco)


mercoledì 12 febbraio 2020

Querida Amazonia? Letto! E ora? #OraEtLabora #Maranathà

Finito di leggere tutto il testo (breve) e 4-5 commenti di diverso segno, vi riassumo che la penso come la giornalista Luisella Scrosati che lo definisce "un testo che risulta piuttosto ripetitivo, infarcito di aspetti generici e luoghi comuni, senza stringere mai su nulla. Buona parte del testo si diffonde a mettere in luce la saggezza dei popoli amazzonici, la loro armonia con la creazione, etc., e anche quando si afferma che è fondamentale portare loro il kerygma (§§ 64-66), sembra quasi che si tratti di mettere la famosa ciliegina su una torta, che in fondo, era già gustosa di per sé".

Ed in effetti, se, come dice il Papa all'inizio, fa testo il documento conclusivo del Sinodo e occorre continuare a riflettere su quello, a cosa serviva, a cosa serve questa esortazione post-sinodale?

Forse, conoscendo la Curia e la politica vaticana per la mia passata conoscenza dall'interno, serve solo a dare un colpo un cerchio ed uno alla botte, per fare in modo che il Sinodo tedesco lavori sulle sue cose, ma senza andare troppo oltre, e che l'altro fronte si plachi nel suo difendere la tradizione bimillenaria della chiesa cattolica.

Forse. Ripeto, finito di leggere, la prima domanda che mi è venuta in mente è stata: ma a che serve avere scritto un testo, oltretutto in questa strana forma, "onirica" la definiscono, che di onirico a mio parere ha solo l'eterno sogno dell'uomo, la sua peccaminosa tentazione di poter far a meno di Dio e della Sua Parola, e di almeno sognare, se proprio non riesce a fare, questo o quello?

La tentazione di dire che Dio è dappertutto, che la Pachamama è come la biblica Sapienza e via con eresie e bestemmie di questo tipo? Perchè Paolo non ha "inculturato" lo Zeus dei Greci, o lo Iuppiter dei romani? Con lo stesso criterio usato per gli idoli amazzonici, avrebbe potuto dire che dentro c'era l'intuizione del Dio Onnipotente, del Dio Signore degli Eserciti e della storia... O no?

Non lo ha fatto per lo stesso motivo per cui, a suo tempo, Mosè non inculturò i vitelli d'oro o Elia gli idoli dei Baalim, perchè il nostro Dio è Uno, è un Dio geloso. Cristo è Uno, la Verità è Una la Via è Una.

La Via è Una ed è quella della Croce. Anche, se vogliamo, della Croce di avere pochi preti che celebrano l'Eucaristia. Ma non vi viene in mente che questo, magari, ipotizzo, questo accade per via della nostra poca fede? Della nostra continua ricerca di scappatoie, del nostro aver trasformato i preti in assistenti sociali, professionisti della carità, intrattenitori televisivi, e chi più ne ha più ne metta?

Pensate al prete della vostra parrocchia. Toglietegli tutti i compiti che possano fare i laici, uomini o donne che siano. La carità, la catechesi, l'amministrazione... quante confessioni in più potrebbero ascoltare? Quanta direzione spirituale potrebbero fare? Quante liturgie della Parola presiedere? Quante Eucaristie celebrare?

Fatevelo questo conto. Soprattutto voi, "queridi cristiani cattolici più clericali, molto più clericali del Papa". Che di difetti ne avrà pure tanti, ma questo proprio non pare avercelo.


mercoledì 5 febbraio 2020

E sono... 82? (Bibbie) #OraEtLabora

Il titolo del post, sia chiaro, è scherzoso, ma non si allontana molto dalla realtà. Se non sono 82 poco ci manca; credo siano in realtà una cinquantina, tra italiano, inglese, latino, greco, ebraico, spagnolo, portoghese, tedesco e non so più che altra lingua le edizioni della Sacra Scrittura, di diverse epoche e di diverse confessioni cristiane, che ho in casa.

Il numero 82 è venuto fuori perchè (chi mi conosce bene sa della mia "insana" passione) gestisco da anni un blog che tratta di Subbuteo, la più diffusa forma di calcio da tavolo (Table Soccer  o Table Football), con cui mi diverto da quando avevo dieci anni, dal lontano 1973.
Ho 421 ref. (references), ovvero squadre adatte al gioco. Nel post ho scritto scherzando (siamo su piani molto diversi, ovviamente) che solo l'amore per la Bibbia batte quello per il Subbuteo! E che se ho 421 Ref. ho almeno 81 Bibbie! E a pensarci bene se considero anche le edizioni del solo Nuovo Testamento, o dei soli Salmi, o di Nuovo Testamento e Salmi e i vari Nestle-Aland, Merk, Interlineari, probabilmente ci arrivo davvero!

Ci tenevo a presentarvi l'ultima arrivata, una Bibbia tascabile davvero pregiata, presa oggi dai fratelli della CLC, piccola ma preziosissima libreria vicina a Piazza Indipendenza ed alla Stazione Termini di Roma, specializzata in opere del mondo riformato, ma con strumenti per lo studio della Scrittura di livello più eccellente, frequentatissima anche da cattolici proprio per questo motivo.

Pregiata perchè...

- veramente tascabile (non tutto ciò che viene venduto con questa dicitura lo è davvero, questa entra nella tasca del mio giacchetto senza problemi);

- veramente leggibile; il carattere è lo stesso usato dall'editore (la Società Biblica di Ginevra) per la Bibbia a caratteri grandi;

- veramente robusta; e qui mi riferisco non tanto e non solo alla copertina, con un arancio su nero che la rende molto "giovanile", e con la chiusura ad elastico che permette di tenerci dentro facilmente qualche appunto e qualche segnalibro, ma soprattutto alla carta, che non è tanto delicata come quella, per capirci, della Bibbia di Gerusalemme, edito dalle Dehoniane.

Note ed apparato critico sono ovviamente ridotti al minimo indispensabile. Ma a volte è pure meglio così, non ci si perde nei commenti umani, per quanto utili ed ispirati possano essere, e ci si concentra sul nudo testo.

La traduzione usata è quella della Nuova Riveduta 2006, una traduzione riformata quindi. Va precisato perchè mentre per il Nuovo Testamento non ci sono che piccolissime differenze per la traduzioni di alcuni brani, per l'Antico Testamento sono ovviamente assenti i libri cosiddetti Apocrifi  o Deuterocanonici.

Il Canone biblico definito a Trento, nel XVI secolo, dalla tradizione cattolica fa riferimento infatti alla Septuaginta  o LXX ed al canone alessandrino. Quello invece seguito dai riformati o protestanti che dir si voglia fa riferimento al canone palestinese  più o meno definito già nel I secolo ed inseriti nel cosiddetto testo masoretico (TM; definito tra il I ed il X secolo dopo Cristo; il primo manoscritto completo è del IX secolo dopo Cristo). 

Per chi volesse saperne di più, sulla LXX, il TM e le differenze tra di esse, trovo ben fatta la voce di Wikipedia denominata Septuaginta.

In conclusione quindi rispetto alla Bibbia cosiddetta CEI sono assenti nella Nuova Riveduta:

  • Tobia
  • Giuditta
  • Sapienza
  • Siracide
  • Primo libro dei Maccabei
  • Secondo libro dei Maccabei
  • alcuni tratti del libro di Daniele
  • alcuni tratti del libro di Ester
  • alcuni tratti del libro di Baruc
  • Lettera di Geremia
Insomma ve la consiglio questa piccola Bibbia tascabile, ma soprattutto vi consiglio la Libreria CLC di Roma, la trovate anche su Facebook!



Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione. Cosa significa "cristificarsi"?  Non certo, io credo, semplicemente ...