lunedì 30 dicembre 2019

Buona fine e buon principio #OraEtLabora #ParolaDiDio

Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui ; radicati ed edificati in lui, saldi nella fede, come vi è stata insegnata, e abbondando nel ringraziamento. Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo.

Lettera ai Colossesi 2:6-8



Ogni credente, che in qualsiasi parte del mondo viene rigenerato in Cristo, rompe i legami con la colpa d'origine e diventa uomo nuovo con una seconda nascita. Ormai non appartiene più alla discendenza del padre secondo la carne, ma alla generazione del Salvatore che si è fatto figlio dell'uomo perché noi potessimo divenire figli di Dio. Se egli non scendesse a noi in questo abbassamento della nascita, nessuno con i propri meriti potrebbe salire a lui.
La grandezza stessa del dono ricevuto esige da noi una stima degna del suo splendore. Il beato Apostolo ce l'insegna: Non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato (cfr. 1 Cor 2,12). La sola maniera di onorarlo degnamente è di offrirgli il dono stesso ricevuto da lui.
(...)
Tutti i membri della famiglia adottiva di Dio si incontrino in Cristo, primogenito della nuova creazione, il quale venne a compiere non la sua volontà, ma quella di chi l'aveva inviato. 

Leone Magno, dal Discorso VI sul Natale



Un ammonimento di buona fine di anno civile e buon inizio di anno civile. Che conta davvero poco, quello che conta è ogni singolo istante, se vissuto secondo Cristo o secondo il mondo. Su quello saremo giudicati. Amen, Maranathà.

Sic transit concupiscientia mundi #OraEtLabora #DeiVerbum

Non amate il mondo
né le cose che sono nel mondo.
Se uno ama il mondo,
l’amore del Padre non è in lui.
Perché tutto ciò che è nel mondo, 
la concupiscenza della carne, 
la concupiscenza degli occhi 
e la superbia della vita, 
non viene dal Padre,
ma dal mondo. 

E il mondo passa 
con la sua concupiscenza; 
ma chi fa la volontà di Dio 
rimane in eterno.

Prima lettera di Giovanni 2:15-17

(Epistola del 30 dicembre)


Non credo ci sia bisogno di molti approfondimenti a questa Parola che è chiarissima. Sono da rigettare sia la concupiscenza della carne e degli occhi (fornicazione, adulterio, omosessualità, pedofilia, pederastia, ogni tipo di perversione sessuale, apertamente praticate, o anche semplicemente immaginate), sia la superbia della vita, ovvero quell'atteggiamento per cui tutte queste cose sono approvate, giustificate, ricercate o anche semplicemente pubblicizzate.

Tutte queste cose infatti vengono dal mondo, dice Giovanni, e Paolo rinforza e conferma nei suoi scritti. Chi segue la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non avrà parte all'eredità del regno.

Cose certe, parole vere #OraEtLabora #StudioBiblicoQuotidiano

Porgi l’orecchio e ascolta le parole dei saggi, 
e applica il cuore alla mia scienza; 
ti sarà dolce custodirle in cuore 
e averle tutte pronte sulle tue labbra. 

Ho voluto istruirti oggi, sì, proprio te, 
perché la tua fiducia sia posta nel Signore. 

Non ho già da tempo scritto per te consigli e insegnamenti 
per farti conoscere cose certe, parole vere, 
perché tu possa rispondere parole vere a chi ti interroga?

Proverbi 22:17-21


Cose certe, parole vere. Questo è il contenuto della parola di Dio.
Non le fole o le parole vuote del mondo.

Non le sapienze ispirate dal principe di questo mondo, dal principe della menzogna.

Cose certe, parole vere. Quelle su cui vale la pena di impegnarsi,
quelle su cui occorre riflettere. Quelle che occorre predicare, a se stessi, ai propri figli, per le strade del mondo, senza stancarsi. 
Quelle a cui occorre convertire ogni proprio discorso, parola, azione. 

Non "una tantum" ma continuamente. Perchè per quanto ci nutriamo di cose certe e parole vere, il mondo ci bombarda con cose dubbie e parole false, ed il nostro peccato ci spinge a dargli credito, a considerarle, quando dovremmo fuggirle come fuggiremmo un pungolo infuocato che ci insegue!

Cose certe, parole vere. Da studiare incessantemente. Da pregare incessantemente. Di cui riempire i nostri cuori, prima che la nostra bocca. Perchè la bocca parla dal profondo del cuore. E se è il cuore è pieno del miele dolce e amaro della Parola di Dio non abbiamo nulla di che temere dal confornto con chiunque. 

Cose certe, parole vere. 



domenica 29 dicembre 2019

Salmo di Asaf e salmo di Luca #OraEtLabora #TiAmoSignoreMiaForza

Salmo di Asaf. 

Il Potente, Dio, il Signore, 
ha parlato 
e ha convocato la terra da oriente a occidente. 

Da Sion, perfetta in bellezza, 
Dio è apparso nel suo fulgore. 

Il nostro Dio viene e non se ne starà in silenzio; 
lo precede un fuoco divorante, 
intorno a lui infuria la tempesta. 

Egli chiama gli alti cieli e la terra 
per assistere al giudizio del suo popolo: 

«Radunatemi», dice, «i miei fedeli 
che hanno fatto con me un patto 
mediante il sacrificio». 

I cieli proclameranno la sua giustizia, 
perché Dio stesso sta per giudicare.

Salmi 50:1-6


Chi era Asaf? 

Trovo in uno dei tanti dizionari biblici online:

Figlio di Berechia, padre di Zaccur, Iosef, Netania e Asarela; un Levita. 
Era un cantore al tabernacolo, come stabilito da Davide, e un veggente (cfr. 1Cr 6:39; 15:17,19; 16:5,7,37; 25:1-9; 2Cr 5:12; 29:30; 35:15; Ne 12:46). 
Scrisse diversi salmi (cfr. Sal 50:1; 73:1; 74:1; 75:1; 76:1; 77:1; 78:1; 79:1; 80:1; 81:1; 82:1; 83:1; 2Cr 29:30). 
I figli di Asaf erano i suoi discendenti, che continuarono nel servizio del tempio 2Cr 20:14; 29:13; 35:15; Esd 2:41; 3:10; 7:44; 11:17,22; 12:35.

Era figlio di qualcuno, padre di qualcun altro. 
Era un cantore al tabernacolo ed un veggente. 
Scrisse diversi Salmi.
I suoi figli continuarono a servire Dio nel tempio. 

Il nome Asaf significa "colui che raccoglie",o "colui che colleziona". 

Chi è per me Asaf?

Qui è il mio essere a trasformarsi in dizionario. Nulla di strano in questo. 

Asaf era figlio e padre. 

Io sono figlio di questa Parola, e sono padre di tutti coloro ai quali questa stessa Parola la porto, la annuncio, la testimonio.
Io sono figlio di Giovanni e padre di Sara.
Io come Asaf sono parte di una discendenza umana. Che non è semplicemente umana perché Dio ci ha creato. Io come Asaf sono parte di una storia umana. Che non è semplicemente umana, perché Dio è all'origine di tutto, e perchè Dio attraverso Suo Figlio, Gesù, si è incarnato e si è fatto uomo, ed ha preso su di sè ogni parte di questa storia.

Asaf era un cantore al tabenacolo.

Asaf era un cantore.

Oggi dopo il culto ho ricevuto dei complimenti per come canto e per come proclamo chiaramente la Parola. Mi è tornato in mente un episodio di quando ero al Seminario Maggiore, al Laterano. Mi è sempre piaciuto cantare, la Parola di Dio o le parti della liturgia. Un giorno un seminarista, di nome Stefano, me lo fece notare e si allargò in un sorriso quando gli dissi scherzando che tante volte in effetti avevo pensato di avere più la vocazione del Salmista e del Cantore che quella del Presbitero che ero... 

Asaf era un cantore al tabernacolo.

Il mio cuore canta ogni volta di fronte al tabernacolo. Il mio cuore canta la felicità per la presenza reale del Figlio accanto a me. Il mio cuore canta ogni volta che la presenza reale del Figlio si degna di essere tra le mie mani, e passa dalle mie mani alla bocca del credente che la riceve, che la accoglie. In modo particolare quando, come oggi, porto quella presenza, quel cibo angelico, ai malati ed agli anziani che non potrebbero alzarsi per riceverlo. 

Il mio cuore canta ogni volta di fronte al tabernacolo. E sento il Signore che unisce la Sua voce al mio canto, che sembra ringraziare me che sono solo un Suo servo inutile, senza pretese. Perchè tutto da Lui ho ricevuto, e tutto a Lui renderò. 

Asaf era un veggente

Asaf vedeva, avevo visto e continuava a vedere la benedizione del Signore che riempiva ed avvolgeva tutta la sua vita. 

Io ho la stessa visione, ogni minuto di ogni ora di ogni giorno. Ho questa grazia. E, nonostante il mio peccato, nonostante le imperfezioni della mia storia, nonostante le infedeltà, vedo, vedo concretamente quella benedizione. In mia moglie, in mia figlia, in tanti fratelli e sorelle, nella Chiesa di Cristo. 

Nella Chiesa di Cristo, nonostante le sue imperfezioni, le sue infedeltà, il peccato di questa o quella storia, di questo o quel membro. Perché, nonostante tutto, è la Chiesa di Cristo, è la Chiesa fondata sulla roccia della fede, è la Chiesa fondata sulla pietra angolare, sulla Roccia che è Cristo, e non verrà mai meno, non verrà mai meno, perchè gli uomini tradiscono, deludono, mancano di parola, ma Cristo no, Cristo è fedele, Dio è fedele, Dio non può mentire, Dio è Verità. E se rimaniamo nella Verità, se rimaniamo sulla Via tracciata dalla Sua Parola, avremo la Vita vera nell'ultimo giorno. 

Asaf scrisse diversi Salmi

Torniamo alla vocazione del Salmista. Tanti salmi li so a memoria, e li prego per strada, a letto, al lavoro o dove capita. E a volte li combino tra loro. E a volte ne prego di nuovi, che escono dalla mia gioia, o dal mio dolore, dalla mia sofferenza o dalla mia allegria. 

Li prego e li riprego, e li pregherei mille e ancora mille volte. 

Uno che prego spesso è proprio di Asaf, è una parte del salmo 73.


Ma pure io resto sempre con te;
tu m'hai preso per la mano destra;
mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella gloria.

Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
La mia carne e il mio cuore possono venir meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore
e la mia parte di eredità, in eterno.

Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.

Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio;
io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.


I Salmi, spiego sempre quando li presento, sono una Parola di Dio molto particolare. Sono poesia, innanzitutto, e sono Parola di Dio, messa in bocca all'uomo, perchè a sua volta la rivolga a Dio. 
Una sorta di mistero nel mistero. Sono poi Chiesa, perché ci fanno sentire Chiesa in modo molto particolare. Uno canta ed uno risponde, poi cantiamo tutti assieme, poi un coro segue l'altro, poi la musica ci porta tra quei cieli altissimi che un giorno, tutti, raggiungeremo. Cantare i Salmi è come cantare il Sanctus, è un anticipo del coro degli ultimi tempi, del coro della Gerusalemme celeste. 

I figli di Asaf continuarono a servire Dio nel tempio

Ho scritto ieri o l'altro ieri della mia speranza che Sara decida di scegliere per il Signore, nella forma che lei con il Signore decideranno. Non ci ritorno. 

Ma come scrivevo all'inizio sento come miei figli tutti quelli a cui annuncio, testimonio o semplicemente leggo, presento la Parola di Dio. Con gioia, con timore, ma un timore che è un rispetto tranquillo. Perché so, sono cosciente, ho certezza, che io posso sbagliare modo, tempo o tono di voce, ma il Signore, purché io parli, purché io annunzi, purché io evangelizzi è in grado di far entrare lo stesso quella Parola nel cuore altrui, come ha fatto col mio. 

Il nome Asaf significa colui che raccoglie.

Raccoglie gli infiniti doni del Signore. Come li raccolgo io.
Ed assieme entrambi lo ringraziamo con il canto. Di un salmo. 

Io ti amo, o Signore, mia forza! #OraEtLabora #TiAmoSignoreMiaForza

Io ti amo, o Signore,
mia forza!
Il Signore è la mia rocca,
la mia fortezza,
il mio liberatore;

il mio Dio,
la mia rupe, in cui mi rifugio,
il mio scudo,
il mio potente salvatore,
il mio alto rifugio.

(Salmo 18:1-2)


sabato 28 dicembre 2019

Dialogo tra un padre e una figlia, dopo lo scambio dei regali a Natale #OraEtLabora

Figlia (commentando il mio regalo alla madre del romanzo storico sul traduttore inglese della Bibbia, William Tyndale): "Babbo ma allora è vero che tu studi sempre la Bibbia! Perchè? E grazie per tutti i miei regali".

Padre: "Secondo te perchè te li ho portati i regali?".

Figlia: "Perchè mi vuoi bene".

Padre: "Lo stesso motivo per cui studio la Bibbia. Perchè la amo, le voglio bene, è la ragione della mia vita. Che tu sei un dono di Dio per me, ma anche una mia responsabilità verso di Lui, è proprio la Bibbia che me lo dice. In un certo senso è la Bibbia che mi dice di farti dei regali".

Figlia, ridendo: "Allora studiala tanto, sempre di più".

E' seguito abbraccio con bacio!


A proposito, libro preso grazie al consiglio del fratello Danilo Francione
alla libreria CLC di Roma. Lo consiglio caldamente anche io a chi vuole
iniziare ad arricchire i propri studi biblici

venerdì 27 dicembre 2019

Il Salmo ci invita: trasmettete la fede ai vostri figli! #OraEtLabora #Maranathà

Quel che abbiamo udito e conosciuto, 
e che i nostri padri ci hanno raccontato,
non lo nasconderemo ai loro figli; 
diremo alla generazione futura le lodi del Signore, 
la sua potenza e le meraviglie che egli ha operate. 

Egli stabilì una testimonianza in Giacobbe, 
istituì una legge in Israele 
e ordinò ai nostri padri di farle conoscere ai loro figli, 
perché fossero note alla generazione futura, 
ai figli che sarebbero nati. 

Questi le avrebbero così raccontate ai loro figli, 
perché ponessero in Dio la loro speranza 
e non dimenticassero le opere di Dio, 
ma osservassero i suoi comandamenti. 

Tutto ciò per non essere come i loro padri, 
una generazione ostinata e ribelle, 
una generazione dal cuore incostante, 
il cui spirito non fu fedele a Dio.'

Salmi 78:3-8



giovedì 26 dicembre 2019

Crescere nella fede, seguendo la liturgia #OraEtLabora #PerCristoConCristoInCristo

La liturgia della Chiesa ci propone un percorso di crescita. La notte di Natale, il racconto di Luca della nascita di Gesù. Meraviglioso, adatto ai bambini ed agli spiriti capaci di farsi piccoli, di riconoscere nel piccolo e nell'apparentemente insignificante la gloria di Dio. Aiutati dal coro degli angeli che riportano al mondo con il canto il progetto di Dio per l'umanità.

Il giorno di Natale, il Prologo di Giovanni, che ci richiama al nostro essere "grandi" adulti, capaci di leggere il progetto di Dio dalla Creazione fino al tempo in cui viviamo, al dovere di lasciare le tenebre per la luce, alla responsabilità di prendere su di noi, sulle nostre spalle, il progetto di salvezza di Dio e farlo nostro.

Ed oggi, 26 dicembre, subito, la "botta" del martirio di Stefano, il protomartire cristiano, che ci dice: bada, che prendere sulle proprie spalle, nella propria vita, il progetto di Dio, comporta il prendere la Croce ogni giorno e seguire Gesù, comporta l'essere disprezzato dal mondo, che ha altri sogni, altri desideri, altri parametri di giudizio.

Hai voglia, allora, anche a Natale, a parlare di bontà in modo zuccheroso, a cercare di far credere che la chiesa cresce accogliendo migranti, facendo bene la differenziata, e strafogandosi in pranzi e cene di Natale nelle chiese (versione cattolica) o nelle agapi fraterne (versione riformata).

La Chiesa cresce come Cristo ci ha detto che cresce. Predicando il Vangelo ad ogni creatura (compresi quelli che credono in altre religioni o fedi, più gli idolatri e gli atei), testimoniando il Vangelo (non la propria presunta bontà d'animo) fino alla fine dei tempi, prendendo su di sè la propria Croce ogni giorno.

La Chiesa cresce sulla Parola di Dio e sul sangue dei martiri. Non sul miele peccaminoso di noi peccatori.

Amen. Alleluia!




martedì 24 dicembre 2019

La mangiatoia e la croce - Innalziam fratelli il canto #OraEtLabora #Maranathà

"Innalziam fratelli il canto" ("Hark! The herald angels sing"), è una gioiosa aria di Mendelssohn, diffusissima nelle chiese protestanti nel mondo. L'inno ricorda che la festa del Natale celebra la nascita di Colui che offrì la vita sulla croce per la salvezza di tutte le creature.

Precisa l'enciclopedia online Wikipedia che:
Hark! The herald angels sing è un celebre canto natalizio tradizionale, derivato dalla poesia For Christmas Day (che iniziava con le parole Hark! how all the welkin rings), scritta dal pastore metodista e poeta inglese Charles Wesley (fratello del più celebre John; 1707 - 1788) nel 1739 e in seguito più volte rimaneggiata da vari autori.

Il brano è accompagnato dalla melodia del Festgesang an die Künstler di Felix Mendelssohn (1809 - 1847), composto nel 1840 in onore dell'invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg.

Checchè ne dicano tanti, anche cristiani (per cui a Natale deve essere tutto bello, gioioso, perfetto e se possibile anche politicamente corretto!), il Natale è già segnato dalla Pasqua, la nascita dalla morte, i due momenti fondamentali della vita terrena. Le braccia distese del bambino appena nato che cerca la madre, sono antesignane delle braccia distese, inchiodate sulla Croce del nostro Redentore.

Il Re appena nato, il newborn King di cui si canta in questa notte, è il Re dei Giudei iscritto sulla Croce, è il Cristo Re della festa che chiude l'anno liturgico, è Il Cristo Giusto Giudice (va precisato, perchè raramente i giudici umani lo sono davvero) della fine dei tempi, del Giorno del Signore.

Perciò il lezionario ci presenta le scene, a volte invero truculente, descritte dai profeti degli ultimi tempi, per primo Isaia, nei giorni dell'Avvento, che solo le nostre catechesi, sempre più scadenti, sempre più timide, sempre più paurose di realtà come la morte, la malattia, le catastrofi naturali (che ci sono sempre state e sempre ci saranno finchè l'Eterno vorrà che duri questo tempo) hanno ridotto ad una zuccherosa melassa senza gusto.

Come se la nascita fosse tale. Una melassa zuccherosa... Lo dico da padre che ha assistito alla nascita della propria figlia, e che ricorda le urla delle partorienti e di chi si preparava al parto, che ha visto il sangue, la vernice caseosa, la placenta, le membrane... La nascita è una piccola morte, sia per la madre, che per la creatura che viene al mondo.

Poi, nei casi naturali, più fortunati, tutto sparisce. Ricordo quando mi hanno fatto aiutare a pulire Sara, me l'hanno data in braccio, con quegli occhi enormi spalancati, da posare sul ventre della madre. Tutto viene rapidamente dimenticato dai genitori di un parto dove tutto è andato bene. La gioia, la pace ti avvolgono.

Non so come sia avvenuto il parto di Maria, nessuno lo sa, i teologi fingono di saperlo, ognuno tira l'acqua al suo mulino. Ma certo la gioia di Maria è stata immensa, come quella di Giuseppe, lo immagino finalmente rilassato come me, quando l'ostetrica mi ha detto "tutto perfetto, lei è stato bravo, la mamma e la bimba stanno benissimo, respiri pure..."!

Due anni prima della nascita di Sara (il 30 settembre 2005), nel 2003, avevo iniziato il servizio come predicatore per le chiese valdesi, metodiste e battiste del distretto dell'Italia Centrale, proseguito fino all'inizio del 2015. Mi è capitato ogni anno di presiedere nel tempo di Natale, e questo inno mi era particolarmente caro, chiedevo ogni volta che venisse eseguito quando preparavo l'ordine del culto.

Il testo in italiano lo riporto sotto, ve lo offro in regalo per stanotte e per domani...



Innalziam, fratelli, il canto,
alla gioia apriamo il cuore;
il Natal del Salvatore
celebriamo in questo dì.
Dall'eterne sue dimore
il Figliolo in terra scese;
per lavar le nostre offese
la sua vita in dono offrì.
Per lavar le nostre offese
la sua vita in dono offrì.

Diamo lode, eterna gloria
al divino Redentore,
il suo grande, immenso amore
ci riscatta dall'error.
Come i Magi offriron doni
al Signore delle genti,
a Gesù che ci ha redenti
oggi noi doniamo il cuor!
A Gesù che ci ha redenti
oggi noi doniamo il cuor!


Temano gli empi! Egli viene! #OraEtLabora #Maranathà

In quel giorno il germoglio del Signore sarà lo splendore e la gloria degli scampati d’Israele, e il frutto della terra sarà il loro vanto e il loro ornamento. 

Avverrà che i sopravvissuti di Sion e i superstiti di Gerusalemme saranno chiamati santi: chiunque, cioè, in Gerusalemme sarà iscritto tra i vivi, 

una volta che il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà purificato Gerusalemme dal sangue che vi è stato sparso, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio.'

Isaia 4:2-4

Temano gli empi!

Il nostro Dio viene e non se ne starà in silenzio; lo precede un fuoco divorante, intorno a lui infuria la tempesta. 

Egli chiama gli alti cieli e la terra per assistere al giudizio del suo popolo.

Salmi 50:3-4


Egli viene!




Anima mia benedici il Signore! Egli viene! #OraEtLabora #Maranathà

Duri per sempre la gloria del Signore, 
gioisca il Signore delle sue opere! 

Egli guarda la terra ed essa trema; 
egli tocca i monti ed essi fumano. 

Canterò al Signore finché avrò vita; 
salmeggerò al mio Dio finché esisterò. 

Possa la mia meditazione essergli gradita! 
Io esulterò nel Signore. 

Spariscano i peccatori dalla terra, 
e gli empi non siano più! 

Anima mia, benedici il Signore. 
Alleluia .

Salmi 104:31-35

Anima mia benedici il Signore

Egli viene!


lunedì 23 dicembre 2019

Ma noi non temiamo! Egli viene! #OraEtLabora #Maranathà

O Dio, perché ci hai respinti per sempre? Perché arde l’ira tua contro il gregge del tuo pascolo? 
Ricòrdati del tuo popolo che acquistasti nei tempi antichi, che riscattasti perché fosse la tribù di tua proprietà; ricòrdati del monte Sion, di cui hai fatto la tua dimora! 
Dirigi i tuoi passi verso le rovine eterne; il nemico ha tutto devastato nel tuo santuario. 

I tuoi avversari hanno ruggito nel luogo delle tue assemblee; vi hanno posto le loro insegne per emblemi. Noi non vediamo più nessun segno; non c’è più profeta, né chi tra noi sappia fino a quando… 

Fino a quando, o Dio, ci oltraggerà l’avversario? Il nemico disprezzerà il tuo nome per sempre? 
Ergiti, o Dio, difendi la tua causa! 

Ricòrdati che lo stolto ti oltraggia tutto il giorno. Non dimenticare il grido dei tuoi nemici, lo strepito incessante di quelli che si innalzano contro di te.

Salmi 74:1-4,9-10,22-23

Ma noi non temiamo.

Egli viene!


Noi non temiamo! Egli viene! #OraEtLabora #Maranathà

Risvègliati! Perché dormi, Signore? 
Dèstati, non respingerci per sempre! 

Perché nascondi il tuo volto 
e ignori la nostra afflizione e la nostra oppressione? 

Poiché l’anima nostra è abbattuta nella polvere; 
il nostro corpo giace per terra. 

Ergiti in nostro aiuto, 
liberaci nella tua bontà.'

Salmi 44:23-26

Ma noi non temiamo.

Egli viene! 


domenica 22 dicembre 2019

O Emmanuel #OraEtLabora #Maranathà

O EMMANUEL, rex et legifer noster,
expectatio gentium et salvator earum:
veni ad salvandum nos, Dominus Deus noster.

O Emmanuele (Isaia 7, 14), re e legislatore nostro (Isaia 33, 22),
speranza e salvezza dei popoli (Genesi 49, 10; Giovanni 4, 42):
vieni a salvarci, o Signore nostro Dio (Isaia 37, 20).

Ti rendo lode ogni giorno, o Eterno, e prego #Maranathà

Io spererò sempre, e a tutte le tue lodi ne aggiungerò altre. La mia bocca racconterà ogni giorno la tua giustizia e le tue liberazioni, perché sono innumerevoli. Proclamerò i prodigi del Signore Dio , ricercherò la tua giustizia, la tua soltanto. O Dio, tu mi hai istruito sin dalla mia infanzia, e io, fino a oggi, ho annunciato le tue meraviglie. E ora che sono giunto alla vecchiaia e alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia raccontato i prodigi del tuo braccio a questa generazione e la tua potenza a quelli che verranno.

Salmi 71:14-18

Ti rendo lode, o Eterno, per l'amore infinito che hai infuso nel mio cuore per la Tua Parola.
Ti rendo lode, o Eterno, perché nonostante il mio multiforme peccato, tu continui a farmi dono della fede, della costanza, della speranza.
Ti rendo lode, o Eterno, per i testimoni della fede che mi hai posto accanto, mia madre e mia zia Sara per prime.
Ti prego, o Eterno, aiutami a far si che questo amore sia a mia volte capace di trasferirlo a mia figlia, perché i suoi giorni si prolunghino nella Tua lode, come è stato per i miei.
Ti rendo lode, o Eterno, e spero solo in Te.

Maranathà!



sabato 21 dicembre 2019

Il Tempo di Avvento giunge al termine. Non illudetevi... #OraEtLabora #Maranathà

Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adúlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesú Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio. 

Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla. Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello. 

Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, cosí risusciterà anche noi mediante la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo! Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne » . Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui. Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. 

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Prima lettera ai Corinzi 6:9-20


Primi Vespri della IV Domenica di Avvento appena celebrati. Il Tempo di Avvento inizia la sua ultima settimana, tra poco buona parte della comunità cristiana celebrerà la solennità dell'Incarnazione, della venuta nella carne del Figlio dell'Uomo, del Figlio di Dio, di Gesù Cristo. 

E' accesa la quarta candela della "Corona di Avvento". Si chiama "Candela degli Angeli" per ricordare gli angeli che richiamarono i pastori alla grotta di Betlemme annunciando la nascita del Bambino Gesù.



Gli angeli, grandi protagonisti dell'Avvento. Prima Gabriele, inviato da Zaccaria per annunciare la gravidanza di Elisabetta e poi da Maria, per annunciarle che era stata coperta dalla grazia e che avrebbe concepito e poi partorito Gesù. All'angelo Maria promette la sua piena e completa obbedienza alla parola di Dio.

Poi l'angelo di cui si legge questa domenica, che viene inviato allo sposo di Maria, Giuseppe. Dice a Giuseppe, l'angelo, di non temere, di prendere con sè Maria, di sposarla, e gli rivela cosa sta accadendo, gli rivela il piano di Dio per la salvezza del mondo. 
Si conclude così il racconto di Matteo:

Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.

Sono i versetti 24 e 25 del primo capitolo di Matteo. Il Lezionario Comune Riveduto, protestante, propone la lettura di Matteo 1:18-25. Il Lezionario cattolico omette l'ultimo versetto (per i probabili motivi di cui parlavo in un post precedente).

Poi ci sono altri angeli, quello che porta l'annuncio della grande gioia ai pastori (Luca 1:9-10) e la moltitudine dell'esercito celeste che si unisce a questo per il canto del Gloria (Luca 1:13-14). 

Perchè questa importanza degli angeli? Secondo i Padri della Chiesa, che basano sulla Scrittura l'intero loro insegnamento, gli angeli sono creature spirituali. Agostino di Ippona scrive che essi hanno un'unica scelta, tra il bene ed il male. Gli angeli di cui parliamo oggi quindi sono perfetti esecutori della volontà di Dio. 

Così, similmente a loro, si comportano Giuseppe e Maria. Obbediscono perfettamente e compiutamente alla volontà di Dio espressa nei loro riguardi.

E noi? Il messaggio della IV Domenica di Avvento che ci portano gli angeli è chiaro. Anche voi dovete obbedire perfettamente e compiutamente alla volontà di Dio, così come è espressa dalla Sua Parola. Maria e Giuseppe mettono al servizio di Dio ogni loro atto, mettono al servizio di Dio la loro identità più profonda, la loro identità sessuale, il loro essere maschio o femmina, uomo o donna, la loro capacità di generare la vita. 

Maria dona il suo grembo al Figlio di Dio e Giuseppe rinuncia a generare con la sua sposa al servizio dello stesso progetto divino. 

E noi?, dicevo. Noi non siamo angeli, abbiamo il libero arbitrio, siamo peccatori, siamo incapaci di una piena e completa obbedienza. Tra noi ci sono fornicatori, idolatri, adúlteri, effeminati, sodomiti, ladri, avari, ubriachi, oltraggiatori, rapinatori per rimanere all'elenco di Paolo in 1Corinti 6.

Perchè, si chiedono in tanti, spesso, Paolo insiste così sulla dimensione della sessualità umana (fornicatori, adulteri, effeminati, sodomiti...). Perchè come dicevo prima è la più profonda, la più intima, la più vera delle dimensioni della nostra vita. Quella in cui è più difficile mentire a se stessi ma soprattutto agli altri, all'altro, in particolare al proprio compagno o alla propria compagna. 

Ci si può riuscire, certo, si può essere adulteri, si può fornicare con questo o quello, ci si può abbandonare alle proprie pulsioni verso persone dello stesso sesso, e tutto questo, ognuno di questi comportamenti è un peccato, un venir meno al progetto della Creazione come Dio lo ha stabilito, una volta per sempre, creando l'umanità come maschio e femmina, salvandola dal diluvio secondo la propria specie, maschio e femmina. Ed anche mostrando la sua grandezza verso la famiglia umana composta da maschio e femmina, proprio nella dimensione sessuale e riproduttiva. Abramo vecchio e la sterile ed avvizzita Sara, che partorisce, Zaccaria ed Elisabetta, Maria, Vergine e Giuseppe...

Si può essere adulteri, si può fornicare con questo o quello, ci si può abbandonare alle proprie pulsioni verso persone dello stesso sesso, si può mentire a riguardo ai propri coniugi, ai propri vicini, ai propri parenti. Ma non si può ingannare Dio a riguardo. Perchè egli ci conosce dall'eternità. Perchè egli è più intimo a noi del nostro stesso intimo. Perchè Egli è il nostro Unico e solo Signore. 

Il corpo non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, cosí risusciterà anche noi mediante la sua potenza. ... Non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Quel bimbo di cui ricordiamo la nascita il 25 dicembre è lo stesso uomo che morì per noi sulla Croce. Non la disprezziamo con il nostro peccato. Obbediamole con tutti noi stessi, amiamo la nostra Croce, se ci è richiesto.

Amen, Maranathà, vieni Signore Gesù. 

Il Signore è la mia forza e il mio cantico #OraEtLabora #Maranathà

In quel giorno dirai: «Io ti lodo, Signore ! Infatti, dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata e tu mi hai consolato. Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia e non avrò paura di nulla, poiché il Signore , il Signore è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza ».

Isaia 12:1-2

Ora Media Sesta
#OraEtLabora #Maranathà

La Parola cita la Parola; il canto trionfale di Israele, nel libro dell'Esodo, per primo:

Il Signore è la mia forza e l’oggetto del mio cantico; egli è stato la mia salvezza. Questi è il mio Dio, io lo glorificherò, è il Dio di mio padre, io lo esalterò.
Esodo 15:2

E poi ancora il libro dei Salmi:

Il Signore è la mia forza e il mio cantico, egli è stato la mia salvezza .
Salmi 118:14

A metà della giornata, al centro del giorno, veniamo richiamati a Colui che deve essere il centro della nostra vita. La nostra forza, perchè non dobbiamo cercarne alcuna al di fuori di Lui, dei suoi comandamenti, della sua parola, della Sua Croce, ed il nostro cantico, perchè solo Lui dobbiamo cantare, lodare, esaltare, qualsiasi sia il momento del vivere che abbiamo in corso, gioia o dolore, buona o cattiva sorte, salute o malattia, ricchezza a povertà.

Preghiamo con fede allora:

Il Signore è la mia forza e il mio cantico, egli è stato, egli è, egli sarà la mia salvezza . Amen, Amen, Alleluia.




Tu non li perdonare! #OraEtLabora #Maranathà

Il suo paese è pieno di idoli: si prostra davanti all’opera delle sue mani, davanti a ciò che le sue dita hanno fatto. Il suo paese è pieno d’argento e d’oro e ha tesori a non finire; il suo paese è pieno di cavalli e ha carri a non finire. Perciò l’uomo sarà umiliato; ognuno sarà abbassato. Tu non li perdonare. Entra nella roccia e nasconditi nella polvere per sottrarti al terrore del Signore e allo splendore della sua maestà. Lo sguardo altero dell’uomo sarà umiliato e l’orgoglio di ognuno sarà abbassato; il Signore solo sarà esaltato in quel giorno.
Isaia 2:7-11

Ora Media Terza
#OraEtLabora #Maranathà

Non ho mai capito, nè in verità mai apprezzato o amato, l'uso, (una volta tutto cattolico, ora ha preso piede anche in diverse chiese riformate "storiche" preda anche essa della secolarizzazione) di spezzettare la Scrittura, le letture, in modo di togliere di mezzo lo scomodo, i termini ritenuti violenti, i salmi cosiddetti "imprecatori" ecc... E' o non è Parola di Dio anche quella? Non è Dio che non sa parlare, è il nostro cuore indurito e peccaminoso che fa sì che non sappiamo leggere o interpretare correttamente.

Così la lettura breve dell'Ora Terza, cattolica, di oggi, fa un poutpourri di due versetti (e correttamente scrive Cfr. Isaia 2:11-12, perchè nella Parola di Dio un versetto come quello riportato non esiste, commento mio, "alla faccia del rispetto!") e  tralascia quanto precede che serve a capirlo, e che pure sarebbe del tutto in sintonia con il tempo di Avvento.

Il richiamo al Giorno del Signore, che verrà dopo il ritorno glorioso di Cristo e verrà per giudicare i vivi ed i morti, ed umiliare ed abbassare, fino a dove sarà pianto e stridore di denti, secondo la Sua volontà, quelli che (i versetti precedenti) hanno posto la loro fiducia, invece che in Dio e nella Sua Croce, nella ricchezza, nelle opere umane, nei carri e nei cavalli, nelle banche e nelle guerre, negli idoli del denaro, del potere, del benessere, della apparente prosperità. "Tu non li perdonare." dice la Scrittura, e noi lo cancelliamo questo pezzo di versetto, perchè ci è così scomodo, ma così scomodo.

Tu non li perdonare, ossia tu non li considerare un dono per te questi tipi, magari perchè si degnano di dividere con te le briciole del loro benessere.  Tu non li considerare un dono per te, perchè in quel Giorno, che verrà, stanne certo, come un ladro nella notte verrà, quando meno te lo aspetti verrà, essi saranno una delle cause della tua eterna dannazione.

L’alterigia dell’uomo sarà umiliata, e l’orgoglio di ognuno sarà abbassato; il Signore solo sarà esaltato in quel giorno. Gli idoli scompariranno del tutto. Gli uomini entreranno nelle caverne delle rocce e negli antri della terra per sottrarsi al terrore del Signore e allo splendore della sua maestà, quando egli sorgerà per far tremare la terra. In quel giorno gli uomini getteranno ai topi e ai pipistrelli gli idoli d’argento e d’oro che si erano fatti per adorarli; ed entreranno nelle fessure delle rocce e nei crepacci delle rupi per sottrarsi al terrore del Signore e allo splendore della sua maestà, quando egli sorgerà per far tremare la terra. Smettete di confidarvi nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio; infatti quale importanza gli si potrebbe attribuire?

Isaia 2:17-22


Maranathà, vieni Signore Gesù!


mercoledì 18 dicembre 2019

Elogio della formica - La Sapienza della Bibbia #OraEtLabora #Maranathà

Va’, pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell’estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura. 
Fino a quando, o pigro, te ne starai coricato? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? 
Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le mani per riposare… 
La tua povertà verrà come un ladro, la tua miseria, come un uomo armato. 

Proverbi 6:6-11

Cristiano, fino a quando pazienterai prima di seguire l'esempio della formica? Attendo, perchè il regno di Duo verrà, definitivo, come un ladro nella notte, la luce del giudizio splenderà come folgore, e tu non avrai più tempo...

Fai come la formica, immagazzina ogni giorno nel tuo cuore le briciole della Sua Parola, il nutrimento della Sua Sapienza, il corroborante della Sua Misericordia. Compi le opere che ti ha insegnato di compiere. E poi aspetta la Sua Grazia e il Suo Giudizio.

Che tu non cada nelle mani dell'uomo armato, perchè pianto e stridore di denti, dannazione eterna allora sarà il tuo destino. E non potrai sfuggirne.


sabato 14 dicembre 2019

Prega incessantemente #OraEtLabora #Maranathà

Tempo di Avvento, prega incessantemente. Maranathà, vieni Signore Gesù, vieni e giudica i vivi e i morti. Prega incessantemente e non temere: Dio si compiace di essere importunato.

Riprendo questo brano di un monaco certosino dal blog di un fratello cristiano che conosco. Spesso ascolto persone che si lamentano di questo o quello, e la mia prima domanda è sempre: ma tu, fratello, tu sorella, quanto preghi? Quando? Che parte del tuo tempo riservi a Dio? Sei consapevole che Egli deve venire sopra ogni cosa che ti è cara, e giustamente, in questo mondo? Marito, moglie, figli, lavoro...

Prega allora...

Rivolgiti dunque a Dio con una opportuna, importuna, umile e continua, perseverante e fervente orazione: fa' davanti a Dio la parte di chi è continuamente nel bisogno. Qui sulla terra i poveri si rendono seccanti e molesti, se si presentano spesse volte davanti ai ricchi; ma con Dio la cosa va diversamente, poiché per quanto lo preghi e importuni, sia per te, sia in favore del tuo prossimo, egli non si annoia o disturba minimamente; anzi, più ti trattieni nella preghiera e insisti nel pregarlo e importunarlo, e più gli dai piacere.

Infatti, egli, per quanto dia, non si impoverisce né diminuiscono le sue ricchezze; e neppure si infastidisce della nostra importunità, o si nausea della nostra povertà e miseria; anzi si diletta quanto mai nel vedere in noi questa santa avarizia e questa cupidigia delle virtù e beni spirituali.

Quindi, in qualunque necessità o bisogno, tuo o altrui, dopo aver usato l'industria umana e naturale, ricorri a Dio.

Sia egli il sicuro rifugio nelle tue sollecitudini e nelle tue premure, nei tuoi timori e pericoli; né devi vergognarti andando da lui ogni momento a supplicarlo per diverse persone o bisogni, anzi allora devi avere maggior fiducia in Dio. 

Sarai esaudito a misura della confidenza che avrai in lui. Dunque ricorri a Dio in qualunque tuo bisogno, e chiedi da lui consiglio e soccorso.

        Lanspergio, certosino (+1539); Opera omnia, t. 2, p. 35



giovedì 12 dicembre 2019

Odierai il prossimo tuo, una recensione e una riflessione

Non viviamo in tempi facili. Ma l'umanità ha mai vissuto tempi facili? A ben guardare, l'uomo è sempre stato peccatore, più facile ad odiare che ad amare. Più facile a trasformare l'amore in pretesa di possesso che in gratuità o misericordia, come ci insegna il Figlio di Dio nel Vangelo.

Sono amico, fraterno, non un conoscente, di Matteo dal 1980, da prima che lo ordinassero prete. Sono stato alla sua ordinazione a Palestrina, per un po' di tempo l'ho accompagnato le domeniche a Primavalle a dire messa per gli anziani di quella borgata che facevano riferimento alla Comunità di Sant'Egidio, ho trascorso con lui molto tempo a Trastevere, poi in Vicariato, quando è stato consacrato Vescovo.

Ho letto di questo suo libro, prima di leggerlo, il libro. Un conoscente, non mi ricordo se su WhatsApp o su Facebook, lo chiamava il "Cardinal Sardina". Poi ho letto sul web che Matteo sarebbe l'anti-Salvini o roba simile. 

Conoscendo bene Matteo, so che non è mai stato l'anti-nessuno.E', come il sottoscritto, un innamorato del Vangelo e della sfida costante che il Vangelo fa alla nostra pochezza, al nostro peccato, al nostro tendere a vedere le cose come se fossero tutte o bianco o nero. 

E' vero, il Vangelo dice che il nostro parlare deve essere si, si, no, no. Ed a questo dobbiamo tendere. A capire cosa è secondo la volontà di Dio e cosa no. A desiderare solo il primo, ed a denunciare, sdegnati, il secondo. 
Ho acquistato il libro in formato Kindle e me lo sono letto. Ed ho avuto conferma di quello che pensavo. Che Matteo non odia nessuno, o come tutti si sforza di non farlo, e non è l'antinessuno, nè Salvini. nè Di Maio o Zingaretti. Matteo non è perfetto, come nessuno di noi lo è. Come tutti i credenti, si sforza di combattere giorno per giorno il peccato che è alla nostra porta.

Matteo si sdegna, certo. Come anche io spesso mi sdegno, mi indigno, a volte uso anche toni forti, a volte colpevolmente esagero, sbaglio. 

Stanotte avrei volentieri urlato contro ad un mio congiunto che faceva rumore di notte, senza badarci, mi sono arrabbiato, l'ho anche detto a mia moglie che si era svegliata. Ma poi ho pensato che non sono perfetto, anzi. Ho preso in una mano la mano di mia moglie, nell'altra mano il rosario che ho sempre sul comodino e mi sono messo a pregare. Ed ho ritrovato la pace, prima che il sonno. 

E' giusto sdegnarsi. Ma è sbagliato condannare, giudicare, chiudere e chiudersi. Gesù le braccia le ha aperte. Nella culla di Betlemme come sulla Croce di Gerusalemme. Impariamo ad aprire le nostre braccia, prima che la nostra bocca. Sdegniamoci, perchè il mondo rifuta l'amore di Dio, rifiuta il Vangelo. Ma reagiamo con l'amore, reagiamo con il perdono.

O non ci sarà salvezza. Perchè non ci salva la politica, non ci salvano le antropologie o le sociologie, ci salva solo Cristo. Ci salva solo accettare di amare il prossimo, anche quello molesto che spesso ci ritroviamo accanto. 

Se avessimo coscienza di quanto possiamo noi, essere molesti a chi ci è intorno... 

domenica 8 dicembre 2019

L"amore di Cristo mi spinge #OraEtLabora #Maranathà

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.
Lettera agli Efesini 1:3‭-‬14 

Mi scoppiava il cuore d'amore ad ascoltare questo brano. Come stamattina nell'abbracciare la donna che l'Eterno mi ha posto accanto, Antonella. 

Benedetto, benedetto, benedetto sia l"Eterno, il Solo ed Unico Signore, Via, Verità e Vita. Amen.

Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione. Cosa significa "cristificarsi"?  Non certo, io credo, semplicemente ...