sabato 14 dicembre 2019

Prega incessantemente #OraEtLabora #Maranathà

Tempo di Avvento, prega incessantemente. Maranathà, vieni Signore Gesù, vieni e giudica i vivi e i morti. Prega incessantemente e non temere: Dio si compiace di essere importunato.

Riprendo questo brano di un monaco certosino dal blog di un fratello cristiano che conosco. Spesso ascolto persone che si lamentano di questo o quello, e la mia prima domanda è sempre: ma tu, fratello, tu sorella, quanto preghi? Quando? Che parte del tuo tempo riservi a Dio? Sei consapevole che Egli deve venire sopra ogni cosa che ti è cara, e giustamente, in questo mondo? Marito, moglie, figli, lavoro...

Prega allora...

Rivolgiti dunque a Dio con una opportuna, importuna, umile e continua, perseverante e fervente orazione: fa' davanti a Dio la parte di chi è continuamente nel bisogno. Qui sulla terra i poveri si rendono seccanti e molesti, se si presentano spesse volte davanti ai ricchi; ma con Dio la cosa va diversamente, poiché per quanto lo preghi e importuni, sia per te, sia in favore del tuo prossimo, egli non si annoia o disturba minimamente; anzi, più ti trattieni nella preghiera e insisti nel pregarlo e importunarlo, e più gli dai piacere.

Infatti, egli, per quanto dia, non si impoverisce né diminuiscono le sue ricchezze; e neppure si infastidisce della nostra importunità, o si nausea della nostra povertà e miseria; anzi si diletta quanto mai nel vedere in noi questa santa avarizia e questa cupidigia delle virtù e beni spirituali.

Quindi, in qualunque necessità o bisogno, tuo o altrui, dopo aver usato l'industria umana e naturale, ricorri a Dio.

Sia egli il sicuro rifugio nelle tue sollecitudini e nelle tue premure, nei tuoi timori e pericoli; né devi vergognarti andando da lui ogni momento a supplicarlo per diverse persone o bisogni, anzi allora devi avere maggior fiducia in Dio. 

Sarai esaudito a misura della confidenza che avrai in lui. Dunque ricorri a Dio in qualunque tuo bisogno, e chiedi da lui consiglio e soccorso.

        Lanspergio, certosino (+1539); Opera omnia, t. 2, p. 35



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