giovedì 29 ottobre 2020

Un atto infame! È Parola di Dio.


Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.

Lettera ai Romani 1:22‭-‬25


Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.

Lettera ai Romani 1:26‭-‬32


Questa è Parola di Dio. Idolatria e impurità vanno di pari passo. Assieme all'orgoglio di fare un "dio", un idolo il proprio desiderio per quello che l"apostolo Paolo definisce un atto infame. Con tutto ciò che ne segue. Questa è Parola di Dio. A questa occorre obbedire. A questa credo. Checché ne dicano le leggi umane. Erano leggi umane anche quelle naziste. Ma la gloria la ebbe chi le disobbedì, anche a costo della vita.

martedì 27 ottobre 2020

“La libertà è il diritto di fare tutto ciò che dovremmo”

 LE DEFINIZIONI ERRATE DELLA LIBERTÀ... 

LA LIBERTÀ È IL DIRITTO DI FARE TUTTO CIÒ CHE DOVREMMO.

La prima delle definizioni errate della libertà è: “La libertà è il diritto di fare tutto ciò che mi aggrada”. È questa la dottrina liberale della libertà, che riduce la libertà a un potere fisico anziché morale. Naturalmente noi siamo liberi di fare tutto ciò che ci aggrada: per esempio, sparare con un fucile sui pulcini del vicino, o spingere un’automobile sul marciapiede, o riempire il materasso del vicino di lamette per la barba usate, ma sarebbe lecito fare queste cose? Un tal genere di libertà, in cui a ciascuno è concesso di ricercare il proprio profitto, produce confusione. Non esiste un liberalismo di questo genere senza un mondo di egoismi in lotta, dove nessuno intende sacrificarsi per il bene comune. 

Per poter avere ragione di questa confusione determinata dal fatto che ciascuno fa ciò che gli aggrada, ecco la seconda definizione errata della libertà, ossia: “La libertà è il diritto di fare tutto ciò che dobbiamo”. Questa è una libertà totalitaria che fu elaborata allo scopo di distruggere la libertà dell’individuo per amore della società. Engels, che scrisse insieme a Marx la Filosofia del Comunismo, disse: “Una pietra è libera di cadere perché deve obbedire alla legge di gravità”. Così l’uomo è libero nella società comunista perché deve obbedire alla legge del dittatore. 

Il vero concetto della libertà è questo: “La libertà è il diritto di fare tutto ciò che dovremmo”, dove dovremmo implica mèta, intendimento, moralità, e la legge di Dio. La vera libertà è nella legge, non al di fuori di essa. Sono libero di tracciare un triangolo se gli do tre lati ma, in un eccesso di liberalità di pensiero, non sono libero di dotarlo di cinquantasette lati. Sono libero di volare a patto di obbedire alla legge delle scienze aeronautiche. Nel regno spirituale sono del pari liberissimo quando obbedisco alla legge di Dio.

Per sottrarsi a ciò che implica la libertà (ossia alla responsabilità che essa comporta) taluni vorrebbero negare la libertà individuale sia dal punto di vista comunitario (come fanno i comunisti) che da quello biologico (come fanno alcuni freudiani). Qualsiasi civiltà negatrice della libera volontà è generalmente una civiltà che è già stanca di ciò che ha scelto grazie alla sua libertà, perché questa le ha recato l’infelicità. Coloro che negano in teoria la libertà di volere sono coloro che, in pratica, confondono la libertà identificandola con la licenza. 

Non si troverà mai un professore che neghi la libertà di volere il quale nella sua vita non abbia anche qualcosa della cui responsabilità intenda scrollarsi. Costui sconfessa il male sconfessando ciò che ha reso possibile il male, ossia il libero volere. Nel caso del golf, questi negatori della libertà se la prendono con i bastoni del golf, non mai con loro stessi. La scusa è quella solita del ragazzino che ha rotto il vaso: “Qualcuno mi ha spinto”, ossia qualcuno lo ha costretto a farlo. Fattosi adulto e diventato professore, invece di dire: “Sono stato spinto”, costui dice: “Il concatenamento dei fattori sociali, economici e ambientali, gravato dall’eredità psichica collettiva della nostra origine animale ed evoluzionistica, ha prodotto in me quello che gli psicologi chiamano un Es coercitivo”. Questo stesso professore che nega la libera volontà è uno di quelli che firmano le petizioni ai liberi comunisti in nome della libertà dopo aver già abusato del privilegio delle libertà democratiche.

(Fulton J. Sheen, da "Maria Primo Amore del Mondo")



giovedì 22 ottobre 2020

Che pace cerchiamo? Che vita preferiamo? #OraEtLabora #Maranathà

«Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso? Vi è un battesimo del quale devo essere battezzato, e sono angosciato finché non sia compiuto! Voi pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione; perché da ora in avanti, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due e due contro tre; saranno divisi il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia e la figlia contro la madre; la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera».

Vangelo secondo Luca 12:49-53



“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! (…) Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”. 

Sentire pronunciare queste parole da Gesù ci lascia un po’ spiazzati, forse perché siamo abituati ad immaginare Gesù come un pompiere che spegne gli incendi. Ma Gesù non è venuto a spegnere ma ad accendere. 

Non è lì per misurare i nostri entusiasmi ma per renderli possibili. Non è venuto a rendere tutti fusionalmente uniti come se una relazione valesse l’altra, ma è venuto a distinguere, a far si cioè che ognuno diventi se stesso e non smette di realizzare i sogni degli altri. 

Gesù è venuto a renderci consapevoli del sogno che ognuno si porta dentro, e a dargli la possibilità di venire fuori. In questo senso la sua pace è completamente diversa da quella che tante volte cerchiamo. 

La pace che aneliamo è una pace finta, fatta con tutti gli antidolorifici che scoviamo. L’importante è non sentire dolore e fatica e non importa se non sono felice, l’importante è che non mi stanco troppo, che non soffro troppo, che non mi scomodo troppo. 

Abbiamo tirato su una generazione di infelici perché ci siamo convinti che non abbiamo le capacità di risolvere i problemi. Ci siamo dimenticati che delle volte per diventare noi stessi bisogna fare la fatica di dividersi dalla massa, di distinguerci. 

Non è rinnegare un padre o una madre, ma saper essere noi stessi anche al di là di loro. Non è mettere tutti d’accordo ma essere tutti vivi e sentire la vita come qualcosa di vivo. La stanza di un museo la si gestisce certamente meglio di una stanza piena di bambini, ma è quest’ultima che contiene davvero la vita. 

Siamo musei o siamo vivi? I reperti da museo si studiano, si analizzano, si catalogano, si restaurano, ma la vita invece è fatta di scelte, tentativi, sogni per cui lottare, sofferenze da affrontare, incomprensioni da digerire. La vita è una cosa viva, e Gesù muore dalla voglia di renderla possibile. E noi quale vita preferiamo?

Luca 12,49-53

#dalvangelodioggi - Luigi Maria Epicoco

lunedì 12 ottobre 2020

Grazie al Signore, dopo lo Studio Biblico

Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno, e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele e perdono dei peccati. Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono». 

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo.

Atti degli Apostoli 5:29-32,41-42

Grazie o Signore, del dono speciale del Tuo Spirito, ricevuto il giorno della mia Ordinazione al Presbiterato. Che mai mi stanchi di annunciare con fedeltà e convinzione il Tuo Figlio Crocifisso e Risorto, Sola Via Verità e Vita, nel cui Nome Solo vi è salvezza.

Contro tutte le bugie, le menzogne e le falsità di questo mondo, di cui anche parte della tua stessa Chiesa è vittima, per il peccato e la concupiscenza di tanti suoi membri. 

Amen. Alleluia! 






domenica 11 ottobre 2020

Coming Out Day. Questa è la verità. Da leggere e riconoscere, per correggersi. #OraEtLabora #Maranathà

Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. 

Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. 

Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si sono curati di conoscere Dio, 

Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. 

Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.

Lettera ai Romani 1:22-32




lunedì 5 ottobre 2020

Riflettendo su Maria e Marta

Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».

Luca 10:41-42

Nelle chiese cristiane di confessione cattolica oggi si legge questo brano del Vangelo di Luca. Conosciutissimo. Tradotto volutamente male dai cattolici. Nel testo che si ascolta oggi a Messa si parla di parte "migliore", come se anche Marta facesse cose degne, ma meno. Nel testo del Nuovo Testamento, greco, originale, è scritto che Maria sceglie "la parte buona". Lapidario. La traduzione che vi riporto sopra è quella, corretta, della Bibbia Riformata "Nuova Riveduta", che traduce fedelmente il testo. 

Perchè la scelta non è tra "tante cose da fare", come tanta cattiva teologia ha sempre insegnato, tra vita contemplativa e vita attiva, tra preghiera e lavoro materiale. La scelta è tra una persona, anzi, La Persona di Gesù e gli affanni di questo mondo. Tu, ci chiede questo Evangelo, cosa metti al primo posto? Il Cristo o le cose del mondo? Maria sceglie la parte buona che è il Cristo. Marta sceglie la parte cattiva che è essere lodata dai suoi ospiti, tra cui c'è "anche" il Cristo. Quanti, troppi, preti conosco che scelgono "anche" il Cristo tra le mille cose con cui riempiono la loro giornata, invece di tenerlo ben chiaramente al primo posto assoluto.

Vita contemplativa e vita attiva non c'entrano assolutamente nulla! Ora Et Labora diceva giustamente Benedetto. La vita umana è fatta di Ora et Labora, di preghiera e servizio, di orazioni e di fatiche terrene, ma NIENTE, NULLA, NESSUNO va anteposto a Cristo. 

Madre Teresa di Calcutta diceva alle sue suore che se non avevano il cuore pieno di Cristo, se non se lo riempivano di Lui pregandolo ed adorandolo in ogni istante della loro giornata, avrebbero assistito invano i poveri.  

Qualsiasi cosa facciamo, pensiamo, diciamo, Cristo è al centro? Badiamoci, o stiamo sprecando, come Marta, presa tra mille cose, la nostra vita terrena. 

#OraEtLabora #Maranathà





giovedì 1 ottobre 2020

Fatti una domanda. #OraEtLabora #Maranathà

Gesù non sarà mai un Salvatore per nessun uomo
che rifiuta di sottomettersi a Lui come Signore!

John Bunyan scriveva: “Cristo Salvatore non è diviso. 

Chi non lo accoglie tutto, non avrà alcuno dei suoi benefici relativi alla salvezza”.

La signoria di Gesù non è facoltativa e nemmeno negoziabile!


Tra Signore e Salvatore, sapete cosa viene messo più in evidenza nel Nuovo Testamento?

Michael L. Brown scrive: ”Se prendessi  una concordanza biblica e ti mettessi a contare faresti una bella scoperta. Gesù viene chiamato Signore più di 400 volte soltanto nel libro degli Atti e nelle epistole; viene chiamato Salvatore 15 volte nell’intero Nuovo Testamento”.

Con una predicazione sbagliata della preghierina di accettare Gesù solo come Salvatore senza ravvedimento e riconoscendo che è il Signore, ci ritroviamo con chiese pieni di cristiani nominali!


Era profetico William Booth (1829-1919) fondatore dell’esercito della salvezza quando disse:

“Il più grande pericolo per il ventesimo secolo sarà:
una religione senza Spirito Santo,
un cristianesimo senza Cristo, 
un perdono senza ravvedimento,
una salvezza senza rigenerazione, 
un cielo senza inferno.


Che tipo di cristianesimo stai vivendo?




Cristificazione

 Occorre "cristificarsi", diceva Giacomo Alberione. Cosa significa "cristificarsi"?  Non certo, io credo, semplicemente ...