mercoledì 12 febbraio 2020

Querida Amazonia? Letto! E ora? #OraEtLabora #Maranathà

Finito di leggere tutto il testo (breve) e 4-5 commenti di diverso segno, vi riassumo che la penso come la giornalista Luisella Scrosati che lo definisce "un testo che risulta piuttosto ripetitivo, infarcito di aspetti generici e luoghi comuni, senza stringere mai su nulla. Buona parte del testo si diffonde a mettere in luce la saggezza dei popoli amazzonici, la loro armonia con la creazione, etc., e anche quando si afferma che è fondamentale portare loro il kerygma (§§ 64-66), sembra quasi che si tratti di mettere la famosa ciliegina su una torta, che in fondo, era già gustosa di per sé".

Ed in effetti, se, come dice il Papa all'inizio, fa testo il documento conclusivo del Sinodo e occorre continuare a riflettere su quello, a cosa serviva, a cosa serve questa esortazione post-sinodale?

Forse, conoscendo la Curia e la politica vaticana per la mia passata conoscenza dall'interno, serve solo a dare un colpo un cerchio ed uno alla botte, per fare in modo che il Sinodo tedesco lavori sulle sue cose, ma senza andare troppo oltre, e che l'altro fronte si plachi nel suo difendere la tradizione bimillenaria della chiesa cattolica.

Forse. Ripeto, finito di leggere, la prima domanda che mi è venuta in mente è stata: ma a che serve avere scritto un testo, oltretutto in questa strana forma, "onirica" la definiscono, che di onirico a mio parere ha solo l'eterno sogno dell'uomo, la sua peccaminosa tentazione di poter far a meno di Dio e della Sua Parola, e di almeno sognare, se proprio non riesce a fare, questo o quello?

La tentazione di dire che Dio è dappertutto, che la Pachamama è come la biblica Sapienza e via con eresie e bestemmie di questo tipo? Perchè Paolo non ha "inculturato" lo Zeus dei Greci, o lo Iuppiter dei romani? Con lo stesso criterio usato per gli idoli amazzonici, avrebbe potuto dire che dentro c'era l'intuizione del Dio Onnipotente, del Dio Signore degli Eserciti e della storia... O no?

Non lo ha fatto per lo stesso motivo per cui, a suo tempo, Mosè non inculturò i vitelli d'oro o Elia gli idoli dei Baalim, perchè il nostro Dio è Uno, è un Dio geloso. Cristo è Uno, la Verità è Una la Via è Una.

La Via è Una ed è quella della Croce. Anche, se vogliamo, della Croce di avere pochi preti che celebrano l'Eucaristia. Ma non vi viene in mente che questo, magari, ipotizzo, questo accade per via della nostra poca fede? Della nostra continua ricerca di scappatoie, del nostro aver trasformato i preti in assistenti sociali, professionisti della carità, intrattenitori televisivi, e chi più ne ha più ne metta?

Pensate al prete della vostra parrocchia. Toglietegli tutti i compiti che possano fare i laici, uomini o donne che siano. La carità, la catechesi, l'amministrazione... quante confessioni in più potrebbero ascoltare? Quanta direzione spirituale potrebbero fare? Quante liturgie della Parola presiedere? Quante Eucaristie celebrare?

Fatevelo questo conto. Soprattutto voi, "queridi cristiani cattolici più clericali, molto più clericali del Papa". Che di difetti ne avrà pure tanti, ma questo proprio non pare avercelo.


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