sabato 6 giugno 2020

Una immagine che dice tanto di me #OraEtLabora #Maranathà

La mia immagine di copertina. Una Croce piantata su una vetta dei Monti Sibillini. Ma potrebbe essere un altro monte. Dice tanto di me.



Dice che solo nel Signore mi sento libero. Dice che per quanto il peccato e la vita terrena mi spingano verso il basso, la mia anima sa che deve puntare verso l'alto, sa che deve puntare ad obbedire ai comandi di Dio piuttosto che a quelli degli uomini.

Sa che solo in quella Croce c'è salvezza. Sa che la strada è dura ed è in salita, che prevede inciampi, ferite, fatica, forse sete o fame, forse la richiesta di finirci appeso a quella stessa Croce. Sa che quella Croce però è la sola Via, la sola Verità, la sola Vita.

Il Vangelo è questo. Prendi ogni giorno quella Croce e portala. E quando sei arrivato in cima allora invariabilmente ti accorgi che devi riscendere. E riprendere quella stessa Croce.

Se ti sembrerà più pesante vorrà dire che non sei ancora cresciuto abbastanza nella fede. Lo sarai quando quella Croce ti sembrerà un giogo dolce, ed un carico leggero.

Fino ad allora, prega, soffri e cammini. Nutriti del Cristo e dell'amore che riesci a dare e ricevere nel Suo Nome. Ma soprattutto nutriti del Cristo, alla duplice mensa della Sua Parola e del Suo Corpo e Sangue.

La beatitudine vera del cristiano non è l'arrivare in vetta. Gesù stesso disse ai suoi apostoli, sul Tabor, che non era bene che facessero delle tende e si fermassero. La beatitudine è portare la Croce. Ed essere ritenuti degni (dal Cristo, non dagli altri uomini!) di farlo. Amen.

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