lunedì 30 settembre 2019

Il quattordicesimo compleanno di Sara

Oggi, 30 settembre, è il quattordicesimo compleanno di Sara. E' arrivata con tutta calma, alle 14.00 di quattordici anni fa. Ero presente al parto e mi pare ieri che ero al San Pietro Fatebenefratelli, a Roma...







Ma non lo è ieri, basta che ci guardiamo entrambi allo specchio per capirlo... Io con i capelli ingrigiti, più saggio non credo, con la stessa passione per la vita e per Chi in essa ci guida quello sì. Sara alta come me, un'adolescente che cresce a vista d'occhio...

Alle 14 (il numero torna...) vado a prenderla a scuola, alla Caterina Cittadini. E' in terza media, perchè, in accordo con la mamma, fino alla quinta elementare siamo ricorsi al sistema della scuola parentale e Sara ha frequentato la scuola materna un anno in più del solito ed è passata in prima elementare a sette anni.

E' grande, non posso più portarmela nello zaino dietro le spalle, salendo in montagna, come mi piaceva fare quando era piccola (siamo saliti anche al Vallone degli Invincibili, sulle Alpi Valdesi, con quel sistema...). 

Ma più cresce lei, più cresce l'impegno, in tutti i sensi. Visto quello che gli altri dicono di Sara, direi che per ora non me la sono cavata malaccio, non ce la siamo cavata malaccio. La mamma, io, Antonella, i maestri Francesco e Martino, ora i professori delle medie. Anzi, direi che abbiamo fatto un buon lavoro, ringraziando Dio e facendo tesoro della Sua grazia. 

Ora l'impegno cresce, l'adolescenza è un tempo complicato, l'ho vissuto anche io, e mi ricordo la fatica che ci voleva a conciliare quello che avevi imparato a casa ed in famiglia, le cose che studiavi a scuola, sempre più ricche e complesse, con quanto andavi sperimentando tu, che ti sentivi forse per la prima volta quello che eri sempre stato. Autonomo, con la tua libertà, che avevi le tue letture, i tuoi amici che non erano più solo i compagni di classe. Sara ha amici ed amiche belghe, ora, conosciuti ad un campo scuola questa estate, di cui al massimo io ho visto la faccia in foto, ma con cui parla spesso, in inglese, via cellulare. Non sono, né sono mai stato un papà controllore ma confesso che la cosa mi colpisce. 

L'adolescenza è un tempo complicato e questo, rispetto a quando sono stato adolescente io, a volte mi pare un mondo molto più complicato. Per carità, io sono stato adolescente negli anni di piombo, a quattrodici anni ero in quarto ginnasio e mi ritrovavo con diciassettenni e diciottenni di Autonomia Operaia che avevano come passatempo preferito andare a provocare i loro coetanei di destra del vicino scientifico (Manara e Kennedy per chi è di Roma).

Oggi la situazione sembra più calma, ma solo in apparenza. Perchè quando ero adolescente io certi valori erano sentiti ed irrinunciabili. E se te li avevano insegnati in famiglia non correvi troppi rischi. Ed io, pur impegnandomi, pur facendo volontariato e politica, quei rischi non li ho mai corsi. 

Oggi invece c'è una crisi di quei valori che viene da lontano, e ci sono disvalori, legati alle dimensioni più importanti dell'esistere e dell'essere, il riconoscimento ed il rispetto della vita, la sessualità, l'etica del lavoro, la fede, che è la società stessa, che non sa più chi è e soprattutto da Chi viene, che cerca di far passare come "buoni e giusti" mentre sono ingiusti, volgari, e disorientanti. 

Sento insomma spesso di fare più fatica di quanto mia madre e mio padre ne abbiano fatta con me. Ma ho per Sara lo stesso amore, la stessa passione, la stessa voglia di impegnarmi che Giovanni e Graziella, i miei genitori, hanno avuto con me. 

Perchè Sara è un dono di Dio. Sara è da Dio. Sara a Dio un giorno tornerà. E per quegli anni che mi è affidata, perchè io la custodisca, voglio mettercela tutta. Perchè è quello stesso tesoro di bimba di tre chili scarsi che l'ostetrica mi ha dato in braccio, appena lavata, quattordici anni fa.

E perchè a pensarci mi viene da piangere, oggi come allora.  

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