lunedì 20 aprile 2020

Spillover, sulle pandemie. Una mia breve recensione "in corso di lettura" ed altri pareri

Su suggerimento di Cecilia Mattioli, il cui blog "di libri, cinema, eventi e cultura" vi raccomando caldamente, sto leggendo il libro di David Quammen "Spillover" sulle pandemie e le loro evoluzioni.



Non è un libro nuovo, scritto per "lucrare", diciamo così, sull'emergenza del Coronavirus, ma è un libro del 2012, che ha dei tratti che potrebbero definirsi "profetici", nel senso però più banale del termine, per aver previsto, che so, che la prossima epidemia (dopo il 2012, of course) sarebbe partita da un mercato della Cina Meridionale, che si sarebbe trattato dell'ennesima zoonosi (ovvero di un salto di specie, lo spillover del titolo, da una specie animale ad una specie umana, come nella storia ce ne sono già stati tanti, pensate all'Ebola, o alla SARS ecc..., e che, nella peggiore delle ipotesi, purtroppo realizzata, avrebbe avuto un decorso simile a quella di una influenza normale.

Ovvero, mentre un paziente affetto da SARS  lo riconoscevi subito dai sintomi virulenti quasi immediatamente successivi all'infezione, uno di Coronavirus resta infettivo ed asintomatico per diversi giorni, e solo dopo parecchio tempo ti accorgi che ce l'ha. Nel frattempo ha infettato a sua volta tutti quelli con cui è venuto a contatto, ai quali non sembrava che stesse così male...

La tesi che sostiene l'autore è quella ecologista classica. La colpa è tutta dell'uomo e delle sue attività contro la biodiversità, del mancato rispetto delle specie animali, oltre che, nel caso della SARS per lui, replicabile per il virus di Wuhan, delle deleterie abitudini alimentari cinesi di mangiare tutto quel che si muove, anche nel "selvatico" e del non controllo sui mercati di animali selvatici e su cosa questi vendono.

Il che ha una buona parte di verità. La specie umana tende a credersi padrona della terra, mentre, come dice il libro della Genesi, ne è soltanto l'amministratore. E dovrebbe comportarsi, sempre, a tutti i livelli da buon amministratore, o, come si dice nel diritto, almeno con la diligenza del buon padre di famiglia verso ogni specie di piante ed animali.
Ma non ne è il signore! Il Signore è Uno, è chi la terra l'ha creata e la mantiene in esistenza. Che l'uomo non ne sia il padrone e signore stanno a dimostrarlo, oltre ai cosiddetti "disastri naturali" (eruzioni, terremoti, maremoti, tsunami, ecc..., che fanno parte del naturale dinamismo del pianeta terra, che è creato, è vivente come l'essere umano), anche l'esistenza di piante e funghi velenosi, di animali che all'occorrenza l'uomo se lo mangiano, ed anche l'esistenza di microscopici organismi viventi come i virus, con la corona o senza, che sono in grado di sconvolgere in breve tempo l'esistenza umana.

Diciamo che come il peccato è la dimostrazione dell'essere malato dell'uomo nella sua dimensione spirituale, così le malattie sono la dimostrazione dell'essere malato dell'uomo nella sua dimensione corporale.
Possiamo e dobbiamo combattere entrambe le forme dell'essere malato, ma alla lunga l'ultima parola non tocca comunque a noi, ma, anche in questo caso, al Signore. Che tramite il Figlio, è il messaggio della Pasqua appena celebrata, ci ha assicurata la possibilità della vita eterna, ma in modalità che, finchè siamo su questa terra, non ci è dato di conoscere.

Ecco, questa parte è totalmente assente dal libro, e mi sento di riprendere a riguardo la critica che gli fa un'altra recensione, quella di Corrispondenza Romana, che in parte cito qui di seguito e di cui condivido la conclusione, riportata nell'ultimo capoverso del brano qui sotto: 

L’analisi di Quammen risulta parziale in quanto si svolge su un piano puramente scientifico, ignorando del tutto l’esistenza di un superiore e fondamentale piano soprannaturale. Il giornalista statunitense legge e analizza infatti la realtà unicamente con le lenti dello scienziato che escludono a priori cause e motivazioni che vadano oltre la asettica e fredda evidenza scientifica. Una prospettiva, in altre parole atea, che esclude Dio e qualsiasi motivazione trascendente da ogni fatto e accadimento naturale. 

Al contrario, la prospettiva cattolica ha sempre invitato l’uomo ad alzare lo sguardo oltre il limitato orizzonte terreno, ricordando come, calamità naturali, carestie, epidemie, guerre e altre catastrofi che, dalla notte dei tempi, affliggono l’umanità, non sono altro che ricorrenti e misericordiosi richiami di Dio ad un mondo che ha deciso di voltargli le spalle con l’illusione di poter fare a meno di Lui. 

Al di sopra dell’inquinamento ambientale che impatta sui nostri corpi mortali esiste infatti un ben più grave inquinamento morale nel quale oggi siamo immersi che colpisce direttamente le nostre anime immortali. In questo senso, non esiste vaccino o soluzione scientifica che tenga se non quello di invertire bruscamente la rotta e rimettere Dio al centro della nostra vita prima dell’arrivo del prossimo «Spillover».

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