mercoledì 25 marzo 2020

Evangelium Vitae 1995/2020 #OraEtLabora #MaterMeaFiduciaMea

Oggi il tema dell'Udienza Papale era la vita. Con il ricordo esplicito, da parte di Papa Francesco, dell'enciclica Evangelium Vitae, di San Giovanni Paolo II, del 25 marzo 1995.

Papa Francesco ha ribadito con forza che per la Chiesa di Cristo, per la chiesa tutta, la difesa della vita non è una ideologia! E non è qualcosa che va bene solo per i tempi di emergenza come quelli che stiamo vivendo oggi.

Ogni vita umana, ogni vita umana è sempre unica ed irripetibile e va difesa con tutte le forze, con il coraggio della parola e con il coraggio delle azioni.

Condivido e faccio mie, ha detto il Papa, le parole di San Giovanni Paolo II: "Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!".



Nell'enciclica Evangelium Vitae, riprendo dalla rete, ci sono tre passaggi che si esprimono in maniera più solenne e apodittica su specifiche questioni di morale. La maggior parte dei teologi cattolici, considerandone il tenore verbale diretto e solenne, valutano questi tre passaggi come pronunciamenti infallibili, nei quali la Chiesa, per mezzo del papa, impegna nel massimo grado la propria autorevolezza.

Il primo passo riguarda l'omicidio:

«Pertanto, con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale. Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni uomo, alla luce della ragione, trova nel proprio cuore (cf. Rm 2, 14-15), è riaffermata dalla Sacra Scrittura, trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale (cf. Lumen Gentium 25)»

(EV 57)

Il secondo è sull'aborto:

«Di fronte a una simile unanimità nella tradizione dottrinale e disciplinare della Chiesa, Paolo VI ha potuto dichiarare che tale insegnamento non è mutato ed è immutabile (Humanae Vitae 14). Pertanto, con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi —che a varie riprese hanno condannato l'aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo, hanno unanimemente consentito circa questa dottrina— dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale (cf. Lumen Gentium 25)»

(EV 62)

Il terzo riguarda l'eutanasia:

«In conformità con il Magistero dei miei Predecessori e in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l'eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una persona umana. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale (cf. Lumen Gentium 25)»

(EV 65)


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